08 Giugno 2021, 18:27
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“È urgentissimo che riprendano i colloqui dei detenuti con i loro familiari, dopo il successo della campagna vaccinale in carcere e dopo che per 15 mesi a decine di migliaia di detenuti non è stato possibile riabbracciare i propri cari, anche e soprattutto figli minori”. Rita Bernardini torna a lanciare un grido d’allarme. La presidente di ‘Nessuno Tocchi Caino’ sabato farà tappa a Palermo, davanti al carcere dell’Ucciardone con Memento l’iniziativa nonviolenta volta a denunciare lo stato di abbandono delle carceri nazionali.
L’emergenza COVID-19 ha reso necessario l’attivazione di misure straordinarie in ambito penitenziario al fine di ridurre la diffusione dell’infezione in un contesto dove, la promiscuità e la convivenza di un numero molto elevato di cittadini, può rappresentare un aumentato fattore di rischio. Ma a distanza di oltre un anno è necessario individuare delle soluzioni. “Privati della libertà guardano costantemente le TV – scrive sul social la storica leader radicale – e vedono che la vita dappertutto è ripresa, che addirittura si parla di riaprire le discoteche, ma per loro ancora non si annuncia una decisione che, a mio avviso, deve essere a carattere generale per tutti i 186 istituti penitenziari. Per far questo – prosegue – occorre modificare subito il decreto in scadenza il 31 luglio, dopo aver tenuto un tavolo tecnico con il Ministero della Salute per dare disposizioni univoche. Almeno 150 istituti sono dotati di aree verdi che devono tornare ad essere utilizzate perché consentono incontri più umani ed è proprio per questo che sono state istituite. Nel contempo – conclude – è necessario continuare a mantenere le video chiamate, una conquista finalmente adeguata ai tempi che viviamo”.
Dopo l’approvazione della proposta di delibera del “Regolamento Comunale per l’istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà”, avvenuta a maggio scorso nel comune di Palermo, adesso si attende la nomina della figura prima d’ora non prevista al livello comunale ma presente e attiva al livello nazionale e regionale.
“Nelle carceri la situazione è pesante – dice Gaetano D’Amico, presidente del Comitato Esistono i Diritti che si è battuto insieme al resto dei componenti per introdurre questa figura a tutela dei reclusi nelle carceri cittadine – è necessario che sia nominato il garante comunale che possa coadiuvare quello regionale. È passato più di un mese ma ancora l’amministrazione non si è espressa. Chiediamo che sia nominato con urgenza perché nelle carceri continuano a esserci emergenze umane, sanitarie e sociali”.
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08 Giugno 2021, 18:27