18 Settembre 2023, 11:35
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PALERMO- “Dove andrebbe oggi Padre Pino Puglisi? Probabilmente sul molo di Lampedusa. Non rimarrebbe a guardare impotente la morte di chi annega a pochi metri da un approdo, la
disperazione di chi vede i propri figli morire alla fine di un viaggio in cui era riposta l’estrema
speranza di sopravvivere. Certamente reagirebbe di fronte al disorientamento e alla frustrazione di migliaia di fratelli sopravvissuti sì, al viaggio e alle violenze, ma per essere lasciati senza cibo né acqua. O addirittura respinti, ancora una volta, con cariche e manganellate, per ordine di coloro che hanno deciso di creare la finta emergenza della loro reale disperazione”.
Questo è uno dei passaggi più vigorosi di una lettera aperta, scritta dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, all’indomani del trentennale del martirio del beato assassinato dalla mafia. Un richiamo alla memoria che dia frutti, che non sia semplice cerimoniale.
“Nella Diocesi di Palermo, così come nel resto della Sicilia e d’Italia, abbiamo celebrato la
figura e l’opera di Padre Pino Puglisi, ucciso trent’anni fa dalla mafia a Brancaccio, dove spendeva
la propria esistenza accanto ai poveri, sottraendo linfa alla mafia, giorno per giorno, con una
splendida opera educativa che gli è costata la vita – dice l’arcivescovo -. All’indomani delle belle e importanti celebrazioni che ci hanno riscaldato il cuore, incastonate tra la Lettera del Papa e la Dichiarazione del Presidente Sergio Mattarella pubblicata su L’Osservatore Romano, immaginiamo lo sguardo mite e acuto di don Pino che si fissa ancora sulla nostra – sulla sua! – terra, sulla città di Palermo, sul nostro Paese e sull’Europa”.
“Don Pino non resterebbe in silenzio, come uno spettatore passivo e impaurito – prosegue Don Corrado -. La sua mitezza assunta e collocata nella parola di Dio lo ha sempre reso forte, invincibile nell’amore. A Padre Puglisi leviamo il nostro grido: aiutaci tu a far comprendere a tutti le menzogne del potere! Non c’è nessuna invasione in Italia, nessuna emergenza migranti”.
“Nello stesso modo – dobbiamo ammetterlo, caro 3P – abbiamo scelto di lasciare che
trent’anni dopo il tuo martirio il potere mafioso e le opportunità offerte dalla malavita continuino
ad agire a Palermo e in Sicilia – conclude Lorefice . Ecco, vogliamo chiedere a te, Padre Pino, proprio a te che hai compiuto la tua missione a favore degli scartati, sostenuta da una fede serena in Dio, a te che hai sorriso ai tuoi killer (ma come hai fatto?), a te che hai dato la vita a chi te la toglieva, a te ci rivolgiamo: cosa vedi e come vedi la tua Palermo? Faccela vedere con i tuoi occhi. Tu amavi, ami la tua Palermo e come ognuno che ama vedevi tutte le potenzialità, i sogni, le speranze che albergano nei cuori dei palermitani, in particolare dei giovani. Facci il dono di vedere come dentro ogni uomo, dentro il cuore di chi ti spara, ci spara, c’è un sogno di bontà e di resipiscenza”.
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18 Settembre 2023, 11:35