19 Gennaio 2010, 10:03
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“Sono a conoscenza delle relazioni delle forze dell’ordine che parlano di un rischio di attentato ai miei danni da 4 mesi: da allora il ministro dell’Interno si è attivato per rafforzare le misure di protezione a mia tutela facendomi assegnare la scorta che ha sostituito la vigilanza semplice. Io comunque vado avanti nel lavoro con la serenità di sempre”. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, commentando la notizia, riportata da “Il Fatto quotidiano”, di un progetto di attentato pianificato dalla mafia ai danni del magistrato che ha riaperto le indagini sui mandanti occulti delle stragi del ’92. Nel mirino di Cosa nostra, secondo quanto riferito in due relazioni della Dia e una dei militari dell’Arma c’erano, oltre a Lari, il suo aggiunto Nico Gozzo e i pm di Palermo Antonio Ingroia e Gaetano Paci, magistrati accomunati dal filone di indagine seguito negli ultimi mesi e relativo al coinvolgimento di settori delle istituzioni nei principali fatti di sangue di Cosa nostra degli ultimi anni. Le informative delle forze dell’ordine si basano su degli anonimi che giungerebbero dal quartiere Brancaccio di Palermo, “regno” incontrastato dei boss Giuseppe e Filippo Graviano e cosca di appartenenza del neo pentito Gaspare Spatuzza che, oltre a consentire la riapertura dell’indagine sulla strage di Via D’Amelio, ha parlato delle collusioni tra mafia e politica. “Tutto passa da Brancaccio – ha aggiunto Lari – ma su questo non posso aggiungere altro”.
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19 Gennaio 2010, 10:03