16 Giugno 2010, 09:50
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“In questi mesi di indagini difficilissime abbiamo ricevuto anche buste con proiettili e minacce di morte, ma mai avevamo avvertito resistenze nella ricerca della verità da parte della politica. La decisione della commissione di non ammettere Spatuzza al programma di protezione è il primo segnale negativo che arriva dalla politica”. Lo afferma il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, pm di una delle procure che hanno richiesto il programma di protezione per il boss mafioso non autorizzato dalla commissione centrale sui pentiti del ministero dell’Interno. Intervistato da Repubblica, Lari spiega che la decisione “mette in difficoltà” i pm che stanno indagando.
“Il collaboratore che ci ha consentito di riscrivere la verità sulla strage Borsellino – afferma – potrebbe anche fare marcia indietro. Spero davvero che non accada”. “Siamo di fronte alla decisione di un organo amministrativo – spiega inoltre il pm – che non incide sui profili di attendibilità del collaboratore. Per noi Spatuzza resta attendibile”.
E dalla politica il deputato Pdl e vicepresidente della commissione Antimafia, Fabio Granata, si dice “colto di sorpresa come tutti”. “Non è successo molte volte, a mia memoria – sottolinea Granata in una intervista alla Stampa – , con tutte le procure che indagano sulle stragi del ’92 e ’93, cioé Firenze, Palermo e Caltanissetta, e la Superprocura antimafia, che ci fosse tanta collegialità nella richiesta. Non vorrei ora che la polemica si aprisse non tanto su ciò che Spatuzza ha detto ma su ciò che Spatuzza non ha detto”. “Ovviamente – aggiunge – la decisione avrà delle motivazioni che la commissione Antimafia chiederà subito, già tra oggi e domani, al ministero dell’Interno. Le leggeremo con attenzione”.
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16 Giugno 2010, 09:50