20 Aprile 2019, 06:00
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PALERMO – Gli arresti in casa non lo hanno fermato. Vito Nicastri impartiva le direttive sugli affari affacciato al balcone della sua casa ad Alcamo. Una palazzina bassa a poche centinaia di metri dagli uffici della Solcara srl in via Giordano. La Solcara è una delle società dell’asse Nicastri-Arata per il business delle energie alternative.
Quando pochi giorni fa gli agenti della Dia sono andati a notificargli l’aggravamento della misura cautelare hanno trovato un paniere con dentro delle carte. Forse erano le ultime indicazioni che non è riuscito a girare.
Gli è andata meglio quando se ne stava affacciato al balcone. Era sicuro di aggirare l’ostacolo delle intercettazioni. Ed invece il telefonino di chi era andato a trovarlo ha fatto da microfono. Ecco il dialogo captato fra Paolo Arata e Vito Nicastri: “Vito”; “… tu vieni un attimo in ufficio? Passi dall’ufficio?”; “… quella con Antonello… però io… secondo noi… ce l’ha spiegato… hai fatto un errore clamoroso… purtroppo… un errore clamoroso… è il firma… l’assegno la data ci hai messo quando l’amministratore non c’era già più… dovevi metterci la data sinché c’era l’amministrazione in corso… non il diciotto di ottobre”; “… poi lo aggiustiamo…”.
A volte Paolo Arata delegava il figlio a discutere “a distanza” con Nicastri. Gli agenti hanno scoperto lo stratagemma e si sono appostati nei pressi dell’abitazione. E hanno immortalato Nicastri mentre parlava con suo figlio e con quello di Arata, Manlio, anche lui partecipe degli affari del padre. Chi è detenuto ai domiciliari non può comunicare con l’esterno. La violazione ha provocato l’aggravamento della misura cautelare su richiesta dei pm di Palermo. Nicastri è tornato in carcere.
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20 Aprile 2019, 06:00