27 Aprile 2018, 12:07
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PALERMO – È stato approvato dall’aula di Sala d’Ercole il bilancio interno dell’Assemblea regionale siciliana.
Quest’anno il costo del Parlamento regionale a carico del bilancio della Regione per il 2018 sarà di 139 milioni di euro, circa 4 milioni in meno rispetto allo scorso anno. Un dato rivendicato dal presidente del collegio dei Questori, Giorgio Assenza: “Il primo bilancio interno a 70 deputati – ha detto – prevedeva un risparmio di 3 milioni circa, ebbene, il provvedimento appena approvato in Aula sancisce un’economia di 4 milioni di euro”. Il deputato definisce il voto di stamattina “un ottimo viatico per la continuazione di una legislatura che sarà ricca di fatti concreti, con un’Assemblea che continuerà nella sua nuova politica di tagli degli sprechi, di riduzione della spesa pubblica”. La spesa a carico della Regione per l’Ars era di 162 milioni nel 2012, prima che venissero adottate una serie di misure per il contenimento della spesa, l’ultima il passaggio da 90 a 70 deputati.
Il totale generale delle spese del Parlamento ammonta a 240.587.97,10 euro (rispetto a 205.969.557, 08 del 2017). “Tuttavia, occorre sottolineare – è scritto nella relazione introduttiva – che i due dati non sono omogenei. La spesa complessiva effettiva prevista nell’esercizio 2018 ammonta a 153.794.473 euro, con una diminuzione rispetto al 2017 pari al 4,02%. Il resto delle spese è relativo ad avanzi di amministrazione e fondo pluriennale vincolato”.
La riduzione di spesa più consistente viene confermata alle voci degli emolumenti complessivi ai dipendenti di ruolo che da 36.850.000 euro nel 2013, scende a 26.353.500 euro, importo sostanzialmente analogo a quello iscritto in bilancio per il 2017 (+333.500,00 euro). Ma la riduzione di spesa, si legge nella nota che accompagna il bilancio, è stata per lo più compensata da un corrispondente incremento della spesa delle pensioni a seguito del collocamento in quiescenza di numerose unità di personale previste anche nell’anno 2017, in possesso dei requisiti. Insomma, si risparmia sugli stipendi ma il salasso arriva dalle pensioni degli ex dipendenti.
Quasi il 90 per cento del totale delle uscite dell’Ars sono spese obbligatorie e riguardano prevalentemente il pagamento delle competenze e dei relativi oneri previdenziali, i premi di assicurazione e le imposte e tasse. I deputati costano poco più di 13 milioni all’anno, i vitalizi degli ex deputati poco meno di 20 milioni, 9 milioni i gruppi parlamentari, poco più di tre milioni i così detti portaborse, 25 milioni e mezzo i dipendenti dell’Ars, più di 51 milioni le pensioni del personale in quiescenza (senza questa cifra, che solo l’Ars ha carico tra i consigli regionali italiani, il Parlamento siciliano costerebbe nell’ordine di grandezze dei consigli più costosi) e circa 9 milioni gli oneri previdenziali e fiscali.
Ma ecco arrivare subito le critiche. “L’Assemblea regionale siciliana – l’affondo del deputato Udc Vincenzo Figuccia – costa il doppio del Consiglio regionale della Lombardia. Non può sfuggire a nessuno che i costi di questa assemblea regionale sono evidentemente troppo alti, se confrontati ad esempio con ciò che accade nel resto del paese. La Lombardia ad esempio, che ha più o meno la stessa estensione del territorio Siciliano, costa esattamente la metà, con una spesa di circa 80 milioni di euro. Serve – aggiunge – una più severa politica di risparmi capace di comprime tutte le spese. In una fase storica con un indice di povertà relativa superiore al 60%, occorre porre in essere strumenti di razionalizzazione che vadano incontro ai temi della giustizia sociale”.
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27 Aprile 2018, 12:07