Sicilia, manovra a pezzi col voto segreto: 9 articoli bocciati

L’Ars è un Vietnam, manovra a pezzi e lite tra FdI e FI. Addio alle mance

Ddl approvato ma salta un terzo degli articoli, tra cui il fondo per l'editoria e il south-working

PALERMO – Diciassette articoli bocciati: l’Ars massacra a colpi di voto segreto la manovra quater. Un terzo delle norme che componevano il ddl variazioni di bilancio è andato in fumo. Tra governo e Parlamento il muro contro muro è totale e a farne le spese sono le misure più care all’Esecutivo.

Alla fine il testo approvato ha subito una cura dimagrante che però lascia il segno nei rapporti interni alla maggioranza. Trenta i voti favorevoli e 17 gli astenuti nel voto finale. Diciannove gli assenti: la gran parte di questi dai banchi del centrodestra ma alcuni (Burtone, La Vardera, Sunseri e Venezia) anche tra le file dell’opposizione.

Frattura nel centrodestra

Nel pomeriggio di Sala d’Ercole si registra la rottura ufficiale nella maggioranza, e in particolare del tandem Fratelli d’Italia-Mpa con il resto della coalizione. A metà dei lavori Forza Italia, Dc e Lega abbandonano l’aula per evitare lo stillicidio sulla manovra ma i meloniani e gli autonomisti restano e così cadono ancora pezzi del ddl. Il caso finisce anche al centro di un battibecco tra il deputato di Forza Italia Marco Intravaia e il capogruppo FdI Giorgio Assenza. Il primo chiede la verifica dei deputati presenti e Assenza risponde: “Assistiamo ad una Caporetto per via anche dell’assenza dei deputati FI”. Intravaia risponde: “Abbiamo abbandonato l’Aula perché abbiamo preso atto di un problema politico”.

Intravaia: “Fatti gravi in Aula”

Poco dopo Intravaia dà la sua versione dei fatti: “Ho chiesto la verifica del numero legale in Aula, ma quanto accaduto è gravissimo, la verifica è stata falsata dal fatto che risultavano inseriti i tesserini di deputati che, in realtà, erano assenti. È un fatto inaccettabile e profondamente scorretto. È davvero paradossale che partiti che fanno della legalità il loro vessillo, come il Movimento 5 Stelle, non abbiano avuto il coraggio di intervenire per denunciare questa irregolarità. La legalità non può essere sbandierata a giorni alterni, va praticata sempre, soprattutto nelle istituzioni”.

Figuccia: “Vertice di maggioranza”

A fine giornata il deputato della Lega Vincenzo Figuccia mette a nudo quanto accaduto e chiede un chiarimento in un vertice di maggioranza. “Quanto accaduto in aula è paradossale. Nei prossimi giorni un vertice di maggioranza avrà il compito di ridefinire gli equilibri, alla luce della presa di posizione di alcuni partiti alleati che hanno fatto asse con le opposizioni”.

Mano tesa del governo ma l’Aula dice ‘no’

Il pomeriggio infernale per il governo era iniziato con la mano tesa avanzata dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino al rientro in Aula dopo la lunga pausa annunciata in avvio dei lavori, quando già tre articoli della manovra erano stati bocciati. “Il governo propone di stralciare alcune norme dal testo e di andare avanti con le misure che si ritengono più urgenti”, sono state le parole di Dagnino in Aula. La risposta del deputato del Pd Nello Dipasquale è stata eloquente: “Mi sarei aspettato le sue dimissioni. Lo stralcio delle norme è un tema che ha bisogno dell’unanimità dell’Aula, presentare questa proposta senza avere un minimo di certezza sulla condivisione da parte del Parlamento significa esporsi alla gogna politica”.

Alessandro Dagnino Ars
Alessandro Dagnino

Manovra, gli articoli bocciati

Parole, quelle di Dipasquale, che non lasciavano presagire nulla di buono per il governo e così, alla ripresa delle votazioni, un vero e proprio tiro al piccione. Il governo va sotto in una serie di norme che caratterizzavano il ddl. Bocciati gli aiuti alle imprese agricole per la realizzazione di vasche e serbatoi aziendali utili nella lotta alla siccità, così come i contributi che vanno in sostegno alle assunzioni dei lavoratori svantaggiati. Finisce ko anche la norma sul south-working, che contiene le misure che puntavano ad agevolare il lavoro a distanza dei giovani siciliani assunti dalle imprese del nord. Bocciati anche i due articoli che contenevano le misure territoriali in favore dei Comuni e degli enti di culto, cari ai deputati del centrodestra: interventi per quasi trenta milioni di euro.

Galvagno:” Un massacro senza motivo…”

Galvagno si lascia sfuggire una seconda frase eloquente captata dal microfono rimasto acceso: “Un massacro senza motivo, bastava ritirare la manovra”. Nel Vietnam di Sala d’Ercole spadroneggiano i franchi tiratori e cade anche il Fondo per l’editoria: in questo caso l’aula approva un soppressivo del M5s: 33 i favorevoli alla soppressione dell’articolo, 29 i contrari. “Scelta irresponsabile”, tuona la Federazione editori digitali.

Pd e M5s: “Maggioranza a pezzi”

Pd e M5s cantano vittoria. “La maggioranza è andata in pezzi – commenta il capogruppo dem Michele Catanzaro -, un dato politico sotto agli occhi di tutti”. Il coordinatore M5s Sicilia Nuccio Di Paola rincara la dose: “Avevamo consigliato in tutti i modi al governo di ritirare questa disastrosa manovra, ma l’esecutivo se n’era uscito con la proposta indecente di stralciare solo qualche articolo. Bene, l’arroganza di Schifani è stata punita con una raffica di bocciature forse mai viste da queste parti, figlie di una spaccatura ormai insanabile nella maggioranza”.

Ok ai fondi per Ast e Maas

Alcune norme, però, passano. Via libera, alla stabilizzazione del personale precario dei Consorzi di bonifica e al contributo di un milione di euro per Gibellina Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026. Ok anche ai contributi all’Azienda siciliana trasporti (Ast) e ai Mercati agroalimentari della Sicilia (Maas), entrambe Partecipate della Regione: l’ok in questo caso è arrivato all’unanimità da maggioranza e dal tandem Pd-M5s che in alcuni casi ha ritirato tutti gli emendamenti soppressivi. “Con una maggioranza debole e una norma a rischio bocciatura, il Partito democratico ha contribuito a salvare la norma per i lavoratori dei Consorzi di bonifica”, rivendica Dipasquale.

La norma viene però rivendicata anche dal deputato Dc Ignazio Abbate: “Oggi è uno dei giorni più importanti da quando siedo tra gli scranni di Palazzo dei Normanni – afferma -. Oggi siamo riusciti a portare a termine un lunghissimo percorso e a ridare dignità lavorativa a tantissimi siciliani che aspettavano da anni questa notizia. Il personale dei Consorzi di Bonifica inserito nei Pov potrà essere assunto a tempo indeterminato e full time”.

Ok anche ai tre milioni e mezzo in favore di tutti i comuni siciliani per pagare le rette dei disabili psichici ricoverati nelle comunità alloggio. Passa anche il fondo da un milione di euro per dare la possibilità alle persone disabili di potere acquistare ausili e protesi necessarie per fare non solo sport a livello agonistico ma anche attività sportive amatoriali e ricreative. “Una novità in assoluto nella nostra regione, che mira al benessere psico-fisico e all’integrazione sociale dei disabili”, commenta Marianna Caronia (Noi moderati), che ha caldeggiato la misura.

Niente fondi per il film su Biagio Conte

Le sei norme bocciate nel pomeriggio si aggiungono alle tre stoppate in mattinata: tra questi anche l’aumento dei fondi nel capitolo che finanzia alcune fiction legate alla Sicilia. Ne fa le spese la pellicola sulla figura di Biagio Conte, il missionario laico che fondò la Missione Speranza e Carità di Palermo.

Schifani: “Dispiacere e rammarico”

“Dispiacere e rammarico” per quest’ultimo passaggio è stato espresso dal governatore Renato Schifani in una telefonata con don Pino Vitrano, guida della Missione ‘Speranza e carità’. “Ritengo davvero incomprensibile questa mancanza di sensibilità nei confronti di una figura che ha rappresentato un esempio straordinario di altruismo, solidarietà e amore verso i più deboli – ha detto Schifani -. Ancora una volta, un voto segreto chiesto dalle opposizioni ha determinato l’esito negativo di un provvedimento che avrebbe avuto un grande valore non solo culturale, ma anche morale, contribuendo a diffondere il messaggio di speranza e di umanità che Biagio Conte ha lasciato in eredità a tutti noi. Un’occasione perduta”.


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