24 Giugno 2023, 07:30
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PALERMO – In vista del voto d’aula di mercoledì i cocci della maggioranza si dovranno ricomporre. Una frattura che riguarda anche i rapporti tra il presidente Renato Schifani e Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni rimane il convitato di pietra di questa due giorni di valzer di deleghe.
Le comunicazioni chiuse con il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, golden boy di FdI e pupillo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, segnano un’impasse di non poco conto. A microfoni rigorosamente spenti qualche big meloniano lascia trasparire un certo “nervosismo” e una certa “irritazione” per la gestione delle deleghe che sembrerebbe rafforzare un asse tra leghisti e Forza Italia. E non solo. I cambi (con Falcone privato della gestione dei fondi Ue e del Pnrr e Sammartino che subentra al lombardiano Di Mauro nella gestione dei rapporti con il Parlamento) che toccano l’intera coalizione sono stati portati avanti senza una concertazione con tutti gli alleati.
Un ragionamento che qualche alleato fa ad alta voce e che potrebbe essere al centro di un chiarimento interno alla coalizione. I meloniani non vengono colpiti direttamente, ma i rimbrotti sulla gestione delle iniziative legate turismo non farebbero particolare piacere ai piani alti romani. Idem i tentativi di rimuovere l’assessore ai beni culturali nonostante i niet del partito (“nessun cambio prima delle europee” è la linea dettata direttamente da La Russa che proprio in questi giorni si trova in Sicilia).
Strascichi su strascichi. Tutti per il momento restano con le bocche cucite, compresi gli autonomisti di Raffaele Lombardo (alleati di ferro dei meloniani che in vista delle europee potrebbero correre sotto le insegne della fiamma). La temperatura è destinata ad aumentare, si preannuncia un’estate rovente non soltanto per questioni metereologiche.
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24 Giugno 2023, 07:30