01 Luglio 2018, 06:30
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CATANIA. Non è il carcere la struttura più idonea per Valentino Saitta, il 39enne di Maletto che lo scorso 26 gennaio ha ucciso, con un violento colpo al capo, la madre di 80 anni. Alla luce dell’esito della perizia, in cui la psichiatra Liliana Gandolfo, nominata dal giudice, ha stabilito la totale esclusione della capacità di intendere e di volere dell’indagato al momento del fatto, il pubblico ministero Santo Distefano ha chiesto l’applicazione provvisoria della misura di sicurezza del ricovero in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
La struttura sanitaria è infatti ritenuta l’unica adatta a contenere la pericolosità sociale dell’indagato, affetto da psicosi schizofrenica paranoide. Il 39enne, inoltre, stando alla perizia, non avrebbe piena coscienza della malattia di cui è affetto e non sarebbe quindi in grado di seguire le cure in maniera autonoma.
Richiesta accolta dal gup Pietro Currò che, ritenendo “altamente probabile che ove non adeguatamente controllato l’indagato possa commettere nuovi fatti previsti dalla legge come reati”, ha disposto la revoca della misura cautelare della custodia in carcere e l’applicazione della misura di sicurezza del ricovero in una Rems individuata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
L’OMICIDIO. E’ la figlia della vittima, nonché sorella dell’indagato, a scoprire in casa il corpo ormai privo di vita di Nunziata Sciavarello. L’anziana donna, che viveva in casa con il figlio Valentino Saitta, affetto da disturbi psichici, viene trovata riversa sul pavimento con il cranio fracassato. Ad ucciderla sarebbe stato un colpo violento inferto al capo con un martello. Il 39enne, trovato in pieno stato confusionale, viene subito sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio.
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01 Luglio 2018, 06:30