L’attacco di Forello a Ferrandelli | “Fa accordi con un condannato”

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24 Maggio 2017, 19:39

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PALERMO – Botta e risposta tra ugo Forello e Fabrizio Ferrandelli al confronto tra i candidati a sindaco di Palermo, andato in scena all’istituto Gonzaga. Nel corso del dibattito il candidato del Movimento cinque stelle ha attaccato sull’appoggio che Ferrandelli ha ricevuto dall’ex governatore Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla mafia. “Sono in difficoltà quando sento parlare di antimafia chi ha stretto accordi con condannati”, le parole pronunciate ad alta voce da Forello. “Sulla questione morale non accetto lezioni” replica Ferrandelli.

Lo scontro arriva quando l’incontro è appena iniziato. Gli studenti pongono ai candidati delle domande su come riavvicinerebbero le periferie alla vita della città e Ferrandelli, il primo a rispondere, cita il lavoro come mezzo per combattere la malavita: “L’antimafia si fa così, praticandola, salvando la gente dal degrado e intervenendo con servizi e diritti, fornendo decoro urbano e con il lavoro, liberando le persone dal bisogno”, dice. A questo punto Forello prende la parola manifestando “disagio” proprio sul tema dell’antimafia: “Possiamo dire tante parole, il problema è la credibilità di ciascuno di noi. Quando sento parlare di antimafia chi ha fatto accordi con un condannato per mafia mi sento in difficoltà, perché sulla lotta alla mafia ci giochiamo il futuro della nostra terra. Io non posso omettere di dire certe cose”. Alle parole di Forello arrivano applausi e contestazioni dal pubblico, ma il candidato dei Cinquestelle riprende a rispondere alle domande degli studenti: “Quando si parla del riavvicinamento delle periferie si parla della vera battaglia che questa città farà nei prossimi anni. Noi proponiamo di attribuire la gestione e la cura dei beni comuni agli stessi cittadini”.

Con il pubblico ancora diviso dall’intervento del candidato pentastellato, Ferrandelli replica: “Ho una storia specchiata, e non posso permettere che il dibattito venga sottratto in questo modo ai ragazzi. Sulla questione morale, sono l’unico deputato regionale a essersi dimesso quando ho capito che l’esperienza di Crocetta era finita, mentre i colleghi di Forello non si sono mossi dal loro posto di deputati”. Forello prova a sua volta a controreplicare, ma viene interrotto dal moderatore del dibattito che invita gli altri candidati a rispondere alle domande degli studenti.

Ismaele La Vardera, sostenuto dalla lista Centrodestra per Palermo, esordisce sottolineando la propria vicinanza, per motivi d’età, agli studenti che gli hanno posto le domande: “La nostra non è una città per giovani. Di noi dicono di tutto, che siamo bamboccioni e che non ci occupiamo della cosa pubblica, ma quando poi ci interessiamo ci offendono”. Parlando delle periferie, La Vardera sostiene che “questa città le ha dimenticate. Girando, nel corso del mio tour dei quartieri – sostiene -, mi sono reso conto che in questo momento Palermo ci chiede le cose che mancano. In alcune zone addirittura la corrente elettrica”. Per La Vardera “l’unico modo per riprendere in mano la nostra città è la cultura. Il Centro di accoglienza Padre Nostro, a Brancaccio, oggi rischia di chiudere perché non ha i fondi, ma poi viene inaugurato il tram intitolato proprio al Padre Nostro. Per questo abbiamo pensato di inaugurare il parlamento della cultura, che deve partire proprio dalle periferie”.

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Per Ciro Lomonte, candidato del movimento Siciliani Liberi, “c’è un punto essenziale per cambiare la città, e io mi sono candidato – dice – per dare questo servizio essenziale. Sono convinto che noi siamo trattati come una colonia, e che come colonia ci tolgano le risorse per realizzare le nostre potenzialità”. Dunque, prosegue Lomonte facendo riferimento al progetto sulla legalità che ha organizzato l’incontro tra i candidati, “non esistono il bianco e il nero: dobbiamo lavorare, più che a un progetto legalità, a un progetto del risveglio identitario. Noi dobbiamo riscoprire chi siamo, come palermitani”.

“Quello che si chiede ai cittadini e a un sindaco è amare la città, avendo una visione della città”, afferma il sindaco uscente Leoluca Orlando, secondo cui “l’economia è molto importante, ma se non si collega a una visione si torna alla palude in cui questa città era piombata fino a qualche anno fa”. Il motivo della sua candidatura, prosegue il ‘professore’, “è mettere in sicurezza una visione, per evitare che si torni al tempo in cui ci si vergognava di essere palermitani. Quelli che girano in questo momento alla Kalsa promettendo posti di lavoro in cambio di voti sono del tutto contrari alla nostra visione”. A proposito dell’avvicinamento ai quartieri, Orlando parla di “valorizzare chi nei quartieri è protagonista. L’impegno dell’amministrazione è la crescita delle associazioni che si occupano della vita nei quartieri di periferia, perché sono i quartieri che pagano di più quando è la mafia a governare a Palazzo delle Aquile”.

Il tema principale da affrontare per la candidata dei Verdi Nadia Spallitta è “l’umanizzazione della politica”. “Se i ragazzi sono lontani dalla politica è perché la politica si è allontanata dal suo ruolo etico”, sostiene. La politica per Spallitta deve portare un esempio, che rispetto alle periferie significa “attuare le leggi e gli atti di programmazione dell’amministrazione locale”. Uno dei primi obiettivi dell’amministrazione per Spallitta dovrebbe essere “il contrasto alla povertà, che andrebbe fatto utilizzando i fondi europei. Su questo fronte si è fatto molto poco negli ultimi anni”.

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24 Maggio 2017, 19:39

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