17 Dicembre 2023, 04:55
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CATANIA – Le festività natalizie sono uno dei periodi più importanti di tutto l’anno che porta con sé un concentrato di emozioni e sentimenti, spesso contrastanti: c’è chi infatti le attende con trepidazione e già da giorni è alle prese con gli addobbi delle proprie case, la corsa ai regali, l’organizzazione di pranzi e cene con parenti ed amici, e chi vorrebbe invece che non arrivassero mai…
Questo perché per via di alcune sue caratteristiche, il periodo natalizio, risulta particolarmente in grado di suscitare sia sentimenti positivi di gioia, condivisione e connessione, che sentimenti più indesiderati di malinconia, tristezza e malessere.
Se da una parte il Natale è infatti innegabilmente sinonimo di “comunità”, “famiglia”, “festeggiamenti”, dall’altra, per alcune persone, risulta essere un momento tutt’altro che magico. Si vuol fare riferimento a chi si trova a vivere la mancanza degli affetti piú cari, a causa magari di questioni lavorative che impongono una lontananza fisica, o della fine di relazioni importanti, o della “perdita” di parenti o amici in senso assoluto e definitivo a causa di eventi luttuosi, più o meno recenti.
Accade cosí che queste “assenze”, che rappresentano dei profondi e dolorosi strappi nelle trame relazionali familiari, emergano prepotentemente in questo periodo di festa, piú che mai.
Persone che ricoprivano degli importanti ruoli affettivi non sono più sedute attorno alla tavola in cui ci si accomoda in questi giorni di festa; per un motivo o per un altro hanno lasciato il loro “posto vuoto”, ed hanno soprattutto lasciato i propri cari a dover fare i conti con delle assenze molto dolorose e penetranti.
A ciò contribuisce innegabilmente il “focus” dei media che, in questo periodo piú che mai, appare indirizzato verso relazioni familiari “idealizzate” caratterizzate da un clima di unione, felicità, bontà ed allegria da dover creare e vivere “a tutti i costi”. Chi sta attraversando un momento difficile della propria vita, tale per cui la famiglia non è esattamente quel nido caldo e accogliente tanto decantato in questi giorni, sentirá ancora di piú questa pressione, accompagnata da sentimenti di tristezza e frustrazione.
Il pensiero vuole anche andare agli anziani, agli infermi ospedalizzati, ai disabili che si trovano in strutture e case di cura, ai senzatetto: ogni appartenente a queste categorie vivrá, a modo proprio, una particolare condizione emotiva caratterizzata in primo luogo da una profonda solitudine, dovuta all’impossibilità di poter godere del significato più profondo e simbolico tipico di questi giorni di festa: il “senso comunitario di condivisione”, dato principalmente dall’unione e dalla vicinanza fisica ed affettiva con i propri cari.
Ecco che allora, grazie uno sguardo piú attento e profondo, è possibile “scovare”, dietro la facciata piú calda, luminosa e coinvolgente delle feste, una realtà connotata da diverse sfaccettature, dove ognuno inevitabilmente porta con sé il proprio “vissuto emotivo” non sempre positivo, ma caratterizzato anche da stati d’animo negativi di disagio e malessere.
In questi ultimi casi quel che conta è “mostrarsi sempre coerenti con ciò che realmente si prova”, senza sentirsi obbligati ad attenersi alle aspettative collegate a questo particolare periodo dell’anno: il provare a tutti i costi gioia, allegria, felicità, armonia e spensieratezza, secondo uno stereotipo delle festività natalizie che bandisce ogni possibile elemento negativo, comprese difficoltà personali e relazionali.
Accogliere le proprie emozioni è sempre importante e vincente, in quanto sinonimo di una “sintonia” con la parte piú profonda ed autentica di sé; in virtú di ciò, diventa quindi possibile accettare di poter anche non essere nelle condizioni di rispecchiare pienamente l’atmosfera natalizia, legittimandosi a “stare fuori del coro festoso” senza subire la pressione di obblighi e forzature, nella speranza e nell’augurio che possa trattarsi di momenti transitori che possano passare il prima possibile…
Accanto a ció, sarebbe utile sfruttare questa importante ricorrenza come un’occasione per guardarsi dentro e per riflettere sui significati piú profondi che il Natale si porta con sé, in quanto “rito per eccellenza” che anima e scalda il cuore dei rapporti sociali, cementifica le relazioni, celebra la vicinanza affettiva e lo stare insieme.
L’altruismo, l’empatia, la sensibilità d’animo, la condivisione, la cura dei legami, “amplificati” in questo periodo piú che mai, sono dimensioni psicologiche universali da coltivare e mantenere vive durare tutto l’anno, affinché poter affrontare ogni giorno all’insegna dell’attenzione al proprio sentire piú profondo, del rispetto nei confronti del prossimo e di quel senso di appartenenza che è tra i bisogni fondamentali dell’essere umano.
..E come scriveva C. Dickens in un suo racconto (“A Christmas Carol”), bisognerebbe “onorare il Natale nel proprio cuore e cercare di tenerlo con sé tutto l’anno”, a voler significare quanto in fondo l’importanza del Natale non sia l’evento in sè, ma piuttosto quello che la magia del suo spirito fa nascere e, soprattutto, lascia nei cuori di tutti noi.
[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]
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17 Dicembre 2023, 04:55