18 Luglio 2012, 15:44
1 min di lettura
Il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale “non determina alcun obbligo di sospensione” dell’attività d’indagine. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo sottolineando che i magistrati potrebbero però valutare “l’opportunità di porre una sospensione” in attesa che la vicenda si chiarisca.
“La proposizione del conflitto di attribuzione – ha detto Messineo rispondendo ai cronisti al termine di un’audizione in commissione Giustizia alla Camera – non determina alcun obbligo di sospensione e quindi le attività che eventualmente dovranno essere svolte, potranno essere svolte indipendentemente da questa vicenda”. Poi, ha aggiunto il procuratore di Palermo, “ovviamente valuteremo se non esista l’opportunità, invece di porre per il momento una sospensione e rimanere un momento in attesa che la vicenda venga definita”. “Ma – ha concluso – non c’è alcun obbligo di legge”.
I magistrati siciliani si sentono soli dopo lo scontro con il Quirinale? “Non ci sentiamo abbandonati, perché non è una vicenda nella quale si debba attendersi solidarietà o altro” ha risposto Messineo ai cronisti. “La vita di una procura, specie di una Dda – ha aggiunto – è complicata per definizione e quindi non sono giornate particolarmente complicate”. C’è, invece, “una vicenda di carattere giuridico che dovrà essere esaminata in sedi diverse, rispetto alla quale noi manifesteremo quello che è il nostro punto di vista”. E dunque, “non ci sentiamo abbandonati”: “Non è un problema di solidarietà, è un problema razionale da esaminare con i mezzi della ragione e della dottrina giuridica – conclude Messineo -, cercando di venire a capo di una questione che ha una certa complicazione dal punto di vista giuridico ma che non è nulla di straordinario”.
Pubblicato il
18 Luglio 2012, 15:44