Il terribile atto d’accusa | della donna di nessuno

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28 Febbraio 2014, 07:00

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Nike, ragazza uccisa a Misilmeri e dimenticata per due anni in frigorifero come una mozzarella scaduta, è un dito puntato contro di noi. Non contro i volontari che generosamente tappano le falle con le mani. Non contro le persone sensibili che si sono accostate alla sua vicenda. Contro di noi, opinione pubblica. Contro di noi, Palermo. Una donna di nessuno riceve oggi indegna sepoltura, perché indegno è stato il silenzio, il non esserci accorti di niente, la marginalità con cui abbiamo coperto questa storia.

Non ci siamo occupati di Nike e del suo destino. Lei non è mai entrata nell’indice attivo del femminismo militante, per un fatto di discriminazione razziale: perché prostituta e nigeriana. Dunque, meno da proteggere e da tutelare – anche dopo una morte orrenda – come una persona che non fa parte, a pieno titolo, della comunità. Le anime belle che usano una parola oscena – “femminicidio” – per indignarsi di un fenomeno che esiste, ma con l’esclusivo approccio della retorica, non hanno detto una parola chiara su Nike. Non con la forza che il caso avrebbe richiesto.  Non si sono occupate di lei, prostituita e abbandonata, nell’indifferenza della società incivile.

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Ecco perché questa donna di nessuno è un atto d’accusa suo malgrado. Contro i nostri sentimenti nobili che non si traducono in atti efficaci. Contro la nostra omertà. Contro gli uomini perbene che comprano le donne. Contro le donne perbene che non trovano mai il tempo di accorgersi di altre donne vendute e comprate.

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28 Febbraio 2014, 07:00

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