22 Luglio 2014, 21:51
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CATANIA – La variante è stata approvata. Con 20 voti favorevoli e 3 astenuti – tutti provenienti dalle fila della maggioranza – la delibera relativa alla variazione urbanistica della destinazione di un lotto di circa 3000 metri quadri sito tra via Vagliasindi e viale Vittorio Veneto, è stata votata favorevolmente dall’aula che, stasera particolarmente, ha mostrato una faccia “politica”. Non sono mancate infatti le critiche aspre, ma stavolta non tanto in relazione alla delibera in oggetto, frutto del ricorso al Tar da parte del privato proprietario perché fosse eliminato il vincolo a verde pubblico previsto dal Piano regolatore Piccinato degli anni Sessanta e ora decaduto. Piuttosto, l’atteggiamento dell’amministrazione comunale in materia di programmazione urbanistica, legata, come affermato in più occasioni dal sindaco, alle nasciture, forse, Città metropolitane, e l’assenza di qualsiasi riferimento al Piano regolatore generale da parte di primo cittadino e assessori.
Dall’opposizione, come ovvio, che prima del voto ha lasciato l’aula, ma anche da alcuni esponenti della maggioranza, sono piovute parole pesanti. “Non venite a raccontare che il Piano regolatore oggi non serve – ha affermato il capogruppo di Area centrodestra, Manlio Messina. Era pronto e contemplava gli aspetti di cui si discute oggi. Bisogna fare ripartire l’edilizia, che insieme al commercio serve a trainare l’economia della città che sta morendo – ha aggiunto – mentre noi procediamo a colpi di varianti”. Queste, da definizione secondo il capogruppo “si intendono solo per sopravvenute ragioni che rendono nullo il Piano vigente o nel caso serva una modifica. Le varianti – ha concluso – devono essere supportate da pubblico interesse”.
Stesso discorso, con toni più pacati certo, ma sempre forti, da parte dei consiglieri Antonino Vullo, Ersilia Saverino, e tanti altri rappresentanti della maggioranza, compreso il vicepresidente vicario del Consiglio comunale che ha evidenziato una sorta di ingiustizia sociale nel decidere, sul piano urbanistico, solo in presenza di ricorsi al Tar. E Niccolò Notarbartolo, tra i più rigorosi critici della delibera su Via Vagliasindi e della mancata predisposizione di un Piano regolatore.
“Così – ha affermato – si trasforma una destinazione di uso pubblico ( in uso privato, il “Verde pubblico attrezzato”, che non è altro che un escamotage per non pagare i vincoli espropriativi. Ma nel frattempo – ha aggiunto – stiamo impegnando uffici, immaginando norme, per porzioni minime della città quando potremmo, nello stesso modo, discutere di Prg. In oltre un anno – ha proseguito – non abbiamo avuto il tempo di confrontarci su questo spazio come sugli altri. Predisporrò un’interrogazione con la quale chiederò seccamente che cosa intenda fare l’amministrazione con il Piano regolatore – ha concluso. E vorrei una risposta. O si o no”.
Non sono mancati i difensori della bontà della variante. “E’ stata scelta la soluzione che non prevede ulteriore cemento – è intervenuto Agatino Lanzafame. E’ che grava poco sul territorio”. A sostenere l’amministrazione anche Agatino Lombardo e Alessandro Porto. Oltre che, ovviamente, l’assessore all’Urbanistica, Salvo Di Salvo.
“La variante è la possibilità di rigenerare una porzione di territorio. La delibera e il dibattito hanno assunto un preciso profilo politico – ha sottolienato – quando in realtà ha un profilo solo procedurale e amministrativo, legato a una sentenza del Tar che intima l’amministrazione comunale a produrre gli atti. Auspichiamo che la Regione normi le aree metropolitane – ha proseguito – ma, nell’attesa, noi avvieremo un percorso di confronto e partecipazione con i Comuni limitrofi perché vogliamo arrivare a uno studio condiviso di area vasta”.
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22 Luglio 2014, 21:51