L’Autonomia, il Nord, la Sicilia | L’Ars: “Prima attuare lo Statuto”

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20 Febbraio 2019, 20:41

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PALERMO – A Palazzo dei Normanni i deputati tornano a riunirsi per parlare di regionalismo differenziato, le richieste di maggiore autonomia avanzate dalle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Gli interventi sono stati numerosi: c’è chi ha manifestato la paura che questo possa ledere l’autonomia, c’è chi si è detto d’accordo perché questo non toglie nulla alla Sicilia e c’è infine chi ha affermato che i problemi della Sicilia sarebbero altri.

Alla fine l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un ordine del giorno congiunto all’unanimità. Con esso i deputati hanno dato mandato al governo per realizzare alcune azioni. Anzitutto viene chiesto e al governo nazionale di trattare l’autonomia regionale delle tre regioni dopo avere valutato se i livelli essenziali delle prestazioni siano garantiti su tutto il territorio nazionale. Nessuna nuova competenza dovrebbe poi essere attribuita, secondo l’ordine del giorno, senza che siano garantite la perequazione fiscale e infrastrutturale e senza che siano attuate le misure di compensazione per le condizioni di insularità.

L’Ars si schiera inoltre contro il criterio della spesa storica proposto negli accordi e “sia ancorato esclusivamente a oggettivi fabbisogni dei territori, escludendo ogni riferimento a indicatori di ricchezza”. Poi i deputati siciliani, passano alle rivendicazioni. Chiedono così che il governo Conte garantisca la spesa d’investimento per i prossimi dieci anni così da colmare il divario con le regioni del Nord. Che sia data piena attuazione alle norme dello Statuto siciliano sull’autonomia finanziaria ancora non attuati. L’ultimo impegno che Sala d’Ercole richiede a Palazzo d’Orleans è quello di impugnare ogni norma che possa essere portatrice di disuguaglianza e violi l’unità nazionale.

Saluta con favore il documento Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars, soddisfatto per la qualità del dibattito.”Il Parlamento – ha commentato – ha dimostrato di essere meno scarso di come tanti lo vogliono fare apparire. Tutti i deputati hanno dimostrato di essere all’altezza di questo compito. Ora toccherà al governo regionale, che avrà a disposizione un mandato ampio, andare a trattare con Roma”.

E soddisfazione per il documento è stata espressa anche dal vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Nel suo intervento l’assessore all’Economia si è occupato dell’ipotesi che il Veneto trattenga nove decimi delle entrate tributarie: “È uno scenario irricevibile che non esiste né in Sicilia né in Trentino Alto Adige e che non è percorribile perché con un simile approccio non si potrebbero conservare le funzioni dello Stato come quella di rappresentanza internazionale e di garanzia della sicurezza nazionale”.

Poi Armao ha rassicurato i deputati rispetto a come la norma non metta a repentaglio la posizione della Sicilia per cui vige la clausola del maggior favore. Questa norma prevede che non può essere riconosciuta alle regioni a statuto ordinario più autonomia senza che vengano attribuite più materie alle regioni a statuto speciale.

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Questa regola è stata ricordata anche nell’intervento di Giancarlo Cancelleri (M5s) che non ha risparmiato le critiche all’Ars: “Tutti vorrebbero lo statuto autonomista siciliano. Perché – ha chiesto – non ci domandiamo come mai noi non riusciamo a sfruttare le nostre prerogative?”. Con lui anche il compagno di partito Francesco Cappello ha evidenziato come la trattazione del tema dell’autonomia differenziata deve essere “un’occasione per il rilancio dell’autonomia siciliana”.

L’autonomia siciliana ha messo d’accorso e ha diviso i deputanti nei contenuti degli interventi. C’è stato chi, come Claudio Fava ha affermato: “Non bisogna avere nessuna tolleranza per le generazioni di classi dirigenti che hanno ridotto a uno straccio la bandiera dell’autonomia” invitando i colleghi a rendere Sala d’Ercole un luogo dove si trattino i problemi dei siciliani “rendendo norma la parola”. Poi il deputato ha parlato del criterio di calcolo dei costi per attribuire le risorse alle regioni: “Se bisogna dare a tutto un prezzo per me dobbiamo dare anche un prezzo anche ai giovani che qui si formano e poi vanno via”.

Anche Giuseppe Lupo (Pd) si è schierato contro il calcolo delle risorse da attribuire. “Così – ha detto – verrebbe cristallizzata la frattura fra il Nord e il Sud”. Poi Lupo fa un esempio. “Il nord ha altissime percentuali di tempo continuato nelle scuole. Mentre il Sicilia siamo al dieci per centro. Attribuendo le risorse sulla spesa storica così la Sicilia sarebbe condannata a non crescere”.

I dem Antonello Cracolici e Giovanni Cafeo nei loro interventi, invece, hanno sottolineato come “il vero ruolo del meridione è quello di essere attori rispetto al mercato globale e alle sfide internazionale. Dobbiamo fare guardare verso il sud, all’Africa”. Da un’altra prospettiva, anche Elvira Amata (FdI) ha affermato la sua criticità verso l’autonomia differenziata. “Chi governa l’Italia – ha detto – deve fare in modo che questo paese deve diventare forte e competitivo nei confronti degli altri paesi”.

Alla fine l’Ars approva l’atto di indirizzo al governo regionale in cui sembra dire che va bene la maggiore autonomia delle altre regioni ma solo se prima viene attuata l’autonomia siciliana che si attende da settant’anni. Adesso la questione torna a Roma.

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20 Febbraio 2019, 20:41

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