02 Aprile 2014, 13:27
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PALERMO – Autonomia siciliana a rischio. L’allarme lo lancia sui social network l’ex assessore regionale Gaetano Armao. Ma anche il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone è già sul piede di guerra.
“Con un proditorio intervento – scrive Armao -, il ddl di riforma costituzionale presentato al Consiglio dei ministri il 31 marzo scorso prevede la piena omologazione tra regioni ordinarie e speciali e senza neanche avere il coraggio di affermarlo (non vi è infatti traccia alcuna nella conferenza stampa di Renzi). L’art. 33 al 13′ comma – prosegue il giurista – con una normetta apparentemente innocua, ma certamente iniqua, prevede che le disposizioni della legge costituzionale “si applicano anche alle Regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano sino all’adeguamento dei rispettivi Statuti”. L’autonomia differenziata della Sicilia regredisce al livello della più debole delle regioni ordinarie”.
Armao chiede alla politica di agire ecritica il silenzio del presidente della Regione. Non tace invece il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. “Con un semplice colpo di penna si vogliono cancellare quasi 70 anni di storia. Siamo all’offensiva finale di un attacco mirato e concentrico contro il regionalismo. Per quello che ci riguarda, la nostra opposizione sarà ferma e determinata”, dice il presidente dell’Assemblea regionale siciliana. “La norma – continua Ardizzone – non si presta ad alcuna dubbia interpretazione. Per questo motivo, ne discuteremo con gli altri presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a Statuto speciale nel corso di una riunione già convocata a Palermo per venerdì prossimo”.
La rivolta dell’Ars
La Sicilia si prepara allo scontro istituzionale sulla norma del ddl costituzionale con l’obiettivo di salvaguardare gli statuti speciali. Una risoluzione dei capigruppo dell’Assemblea siciliana dà mandato al presidente, Giovanni Ardizzone, “a promuovere, anche in raccordo al presidente della Regione, ogni opportuna iniziativa volta a far sì che il Parlamento nazionale si adoperi a salvaguardare la storica specialità della Regione siciliana, nell’ambito dell’ordinamento regionale differenziato riconosciuto e garantito dalla Costituzione”. La conferenza dei capigruppo, riunita stamani a Palazzo dei Normanni, ha deciso di bloccare l’attività parlamentare per dedicare la seduta di oggi al tema. Con la risoluzione si chiede ad Ardizzone anche di “di intervenire presso la deputazione siciliana al Parlamento nazionale affinché, nell’interesse superiore dell’autonomia siciliana, venga prevista la clausola di salvaguardia, analoga a quella di cui all’articolo 10 della legge costituzionale n. 3/2001, secondo la quale le modifiche costituzionali in discussione trovano applicazione per le Regioni speciali e le Province autonome esclusivamente nel caso in cui esse stabiliscano forme di autonomia più ampia”.
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02 Aprile 2014, 13:27