15 Aprile 2013, 16:16
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PALERMO – “L’Amia è nostra e non si tocca”. Questo lo slogan che ha accompagnato oggi il corteo di Amia e Amiaesseme, partito alle 15 da piazza Indipendenza e giunto intorno alle 18 in Prefettura, dopo essersi snodato attraverso le arterie principali della città. Presenti anche i lavoratori ex Pip della Social Trinacria. Scortata dai mezzi blindati dei Carabinieri, la manifestazione, organizzata dai sindacati, ha sfilato fino a via Cavour, che è stata chiusa al traffico dalle volanti della polizia municipale, con l’obiettivo di incontrare il prefetto. Assente, però, Postiglione. Una delegazione è riuscita però a ottenere un incontro per mercoledì.
I lavoratori sono tornati in piazza per chiedere garanzie sul futuro dell’azienda partecipata, dopo il “no” al concordato preventivo da parte del tribunale fallimentare. “Armati” di fischietti, clacson e bandiere, i lavoratori hanno manifestato in maniera rumorosa ma pacifica. “Non abbiamo nessuna assicurazione né da parte dei commissari né dal Comune di Palermo – dice Guglielmo Mazzola, dipendente dell’Amia s.p.a. – Il concordato purtroppo non è stato accettato e di conseguenza sono a rischio 2400 posti di lavoro. La proposta del sindaco potrebbe essere la migliore ma è da capire se è legalmente fattibile”. “Chi ne piange le conseguenze – continua l’operaio Amia – siamo noi perché lavoriamo male ma anche la popolazione perché i servizi vengono resi in maniera non continua, anche per i problemi legati alla discarica di Bellolampo, momentaneamente gestita dalla Regione per il problema del percolato”.
A esprimere preoccupazione per i lavoratori anche Massimiliano Giaconia, sindacalista dell’Alba Cub. “La preoccupazione è tanta. Dopo l’incontro avuto con il sindaco sembrava essersi accesa un po’ di luce, ma da quello successivo con la prefettura abbiamo capito che non è così semplice”. Giaconia ha voluto poi sottolineare che la mobilitazione è stata organizzata fuori dall’orario di lavoro “perché vogliamo garantire comunque il servizio alla città”.
Il sindacalista si è, poi, scusato con i cittadini per i disservizi arrecati alla città, sottolineando che questo è l’unico modo “per raggiungere i nostri obiettivi”. A fargli eco Domenico Di Benedetto, autista dell’Amia: “I cittadini devono capire che c’è in ballo il futuro dei nostri figli. Il disservizio che si è venuto a creare non dipende da noi”. A dire la loro anche i lavoratori ex Pip della Social Trinacria. “Dopo tredici anni ci ritroviamo in una situazione drammatica. Il finanziamento della Regione doveva essere di trentasei milioni annui. Dopo un anticipo di dodici milioni, ne restano ventiquattro fino a dicembre. Sottraendo due milioni della 407, restano ventidue milioni che divisi tra tutti i tremila lavoratori sono circa 400 euro netti a testa. Come possiamo vivere in questo modo?”.
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15 Aprile 2013, 16:16