29 Luglio 2013, 16:42
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CATANIA – “Senza soldi non si canta Messa”. Questo antico detto descrive con precisione la gravità morale e materiale della condizione nella quale oggi si sta trovando il gruppo degli operatori dell’Opera Diocesana Assistenza (ODA), Ente Morale e Religioso, direttamente dipendente dalla Diocesi di Catania, che eroga servizi riabilitativi ambulatoriali e domiciliari. Si apre così la nota del sindacato Usb, Unione Sindacale di Base, che denuncia la gravità di una vertenza che coinvolge 550 dipendenti che “com’è noto – si legge nella nota – dal mese di aprile 2013 non ricevono lo stipendio. Si tratta di 550 famiglie (2000 persone circa) che non riescono a condurre la loro vita per la cattiva gestione amministrativa dell’Ente”.
“L’ Amministrazione Sanitaria Provinciale (ASP) – continua il comunicato firmato da Corrado Tabbita Siena – eroga regolari mandati di pagamento per i lavoratori dell’ODA. Il denaro però si blocca nelle casse dell’amministrazione dell’Ente senza essere distribuito ai legittimi destinatari, quegli operatori che continuano quotidianamente nel loro impegno a favore dei più deboli”.
“Data l’importanza e la delicatezza di un lavoro di sostegno che sul territorio raggiunge, ha servito e serve migliaia di famiglie al mese, reputiamo che il rispetto per la professionalità e la cura con cui l’attività viene svolta sia fondamentale e che non si possa più tollerare l’incapacità gestionale sino ad oggi dimostrata. Chiediamo pertanto – conclude Siena – azioni di controllo amministrativo, e una Saggia e Cristiana gestione delle Risorse Umane che riconosca la dignità del lavoro, del paziente e del professionista”.
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29 Luglio 2013, 16:42