31 Maggio 2022, 09:18
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ROMA – Bisogna adeguare i salari italiani all’inflazione: “È questa una delle condizioni per evitare la recessione e fa specie che da noi si alzino strali proprio dal mondo delle imprese, che in quel caso sarebbero le prime a pagare il prezzo più alto”.
Lo dice – in un’intervista a ‘La Stampa’ – il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che sottolinea: “Il nostro Paese sconta una perdita di competitività cui si è pensato di far fronte con una flessibilizzazione del costo del lavoro, ma questa strategia non ha funzionato”.
“C’è un tema di pressione fiscale che va affrontato, ma – sottolinea – anche Paesi con tasse uguali o più alte delle nostre hanno visto crescere i salari. Dire solo ‘tagliare il cuneo’, com’è giusto, non risolve tutta la questione”. Che invece si risolve, aggiunge, “con la tempestività del rinnovo dei contratti e la loro effettiva applicazione. Con la scomparsa dei contratti pirata. Siamo il Paese che più di altri ha una presenza di lavoro nero, di elusione e di mancata applicazione delle regole”.
Al presidente di Confindustria Bonomi, che lo ha attaccato sulla cassa integrazione, Orlando risponde che “presumo non gli sia piaciuto che abbia posto il tema del rinnovo dei contratti e dei salari, posto anche dal commissario Schmit, che ringrazio. Devo pensare che Bonomi voglia fare di me un bersaglio polemico o che non sia bene informato”.
Orlando ricorda di aver “fatto una proposta sul salario minimo spiegando bene che anche se si arrivasse a una legge dovrebbe avere a monte un accordo con imprese e sindacati. Non basta evocarli, i patti, bisogna farli. Il ministro li può promuovere, ma non si può sostituire alle parti sociali. Certo se si evocano e non si fanno, la politica ha il dovere di assumere l’iniziativa”.
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31 Maggio 2022, 09:18