21 Giugno 2012, 07:01
3 min di lettura
Un incontro dal quale i sindacati e le associazioni degli enti di Formazione s’attendevano qualche risposta, qualche rassicurazione. Ma le risposte non hanno fugato i dubbi. Le rassicurazioni, insomma, non sono arrivate. Il tema dell’incontro era l’Avviso 20, il mega-bando triennale da quasi 300 milioni annui, che stenta a decollare, nonostante le dichiarazioni del dirigente generale Ludovico Albert: “Va tutto secondo i programmi”.
Non i programmi degli enti e dei lavoratori, però, visto che i commenti all’incontro tenutosi oggi a Palazzo d’Orleans tra le sigle e i rappresentanti del governo, sono stati netti: “Non ci sono le condizioni per far partire i corsi”.
Il nodo è legato al cosiddetto decreto di finanziamento che dovrebbe di fatto sbloccare le somme finora soltanto “prenotate” dall’assessorato regionale alla Formazione, ma non ancora erogate.
“Oggi – spiega Giuseppe Raimondi della Uil – ci è stato detto che avrebbero erogato le somme solo dopo la presentazione dei progetti esecutivi. Allo stesso tempo, però, chiedono agli enti di partire subito. Di iniziare addirittura le attività d’aula entro il 3 agosto”. Quaranta giorni dopo il decreto del dirigente generale, appunto. “Ma il decreto dal quale far partire il termine dei 40 giorni – puntualizza Raimondi – era quello del finanziamento. Che ancora non esiste. Senza considerare che Albert ha derogato con un suo decreto una lex specialis qual è l’Avviso 20. Se il bando che avrebbe dovuto ripristinare le regole è questo, iniziamo bene…”.
La “deroga” introdotta da Albert, secondo il sindacalista, ha finito “per capovolgere lo spirito dell’Avviso. In pratica – spiega Raimondi – viene chiesto agli enti di ‘anticipare’ le somme per l’avvio dei progetti. Quando invece l’avvio doveva essere garantito attraverso un anticipo del 50%, frutto di quel decreto di finanziamento che non arriva”.
Somme fondamentali, spiegano i sindacati, perché “essenziali a richiamare a lavoro gente che al momento è in cassa integrazione. E presto potrebbe perdere anche quella”. Senza contare che “è assurdo – dichiara Raimondi – pensare di partire ad agosto. Le faccio un esempio: secondo lei, tutti gli allievi iscritti ai corsi che riguardano il turismo, in quei mesi seguiranno un corso di Formazione o preferiranno andare a lavorare? Così in estate non avremo che aule vuote, deserte”.
Timori confermati dalla Cisl: “L’Avviso 20 – dice il sindacalista Giovanni Migliore – rappresenta solo una ‘pseudo-riforma’ compiuta sulle spalle dei lavoratori. È materialmente impossibile – aggiunge – partire il 3 agosto, manca il tempo per organizzare tutto, e ancora di tempo ne perdiamo”. E il sindacato ha proposto uno spiraglio di soluzione all’assessorato: “Noi siamo pronti – spiega Migliore – a far partire tutti i progetti entro il 3 agosto, ma non certo le attività d’aula. La Regione però deve sbloccare le somme, in modo tale da consentirci di richiamare i lavoratori in cassa integrazione già per le attività progettuali. Anche perché – spiega – oltra al rischio che quei corsi non riescano a partire mai, c’è l’incubo della perdita del finanziamento in caso di mancato rispetto dei 40 giorni fissati da Albert”.
E dalla parte degli enti di Formazione s’è schierato il deputato dell’Udc e presidente della commissione Lavoro all’Ars Totò Lentini: “Dopo mesi di incredibile inerzia, ritardi impressionanti e notizie contraddittorie, – ha detto – sembra che il dipartimento abbia finalmente deciso la data di avvio dei corsi di formazione … il 3 di agosto! In mancanza dei singoli decreti di finanziamento (che saranno valutati uno per uno dalla Corte dei Conti) – ha aggiunto Lentini – gli enti sono costretti ad avviare le attività a proprio rischio, non c’è alcuna chiarezza sulla situazione contrattuale del personale a tempo indeterminato e, ciliegina sulla torta, nell’arco di un mese dovrebbe svolgersi iscrizioni, selezioni e predisposizione di tutto quanto occorre per dare avvio ai corsi. È chiaro – ha concluso Lentini – che insorgeranno difficoltà enormi, tali da mettere in questione il concreto avvio delle attività, col rischio per molti enti di trovarsi loro malgrado esclusi e con le inevitabili drammatiche conseguenze per l’occupazione degli operatori”. Insomma, il rischio è che i lavoratori restino a casa e che le aule, a luglio e ad agosto, rimangano drammaticamente vuote.
Pubblicato il
21 Giugno 2012, 07:01