06 Dicembre 2013, 14:13
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PALERMO – Un sit-in di circa cento persone ha presidiato questa mattina in via Cavour, davanti alla Prefettura di Palermo, per esprimere solidarietà al pm antimafia Antonino Di Matteo, alla luce delle nuove minacce del boss Totò Riina intercettate dal carcere, mentre conversava con un affiliato alla Sacra Corona Unita.
I manifestanti chiedono più sicurezza per tutti i magistrati del pool che si è occupato della presunta trattativa Stato-mafia, e per i testimoni di giustizia. Nello specifico si rivolgono alle istituzioni affinché potenzino le misure di sicurezza, dotando la scorta di Di Matteo del cosiddetto “bomb jammer”, un dispositivo elettronico che disattiva gli impulsi dei telecomandi per eventuali congegni esplosivi.
Presenti alla manifestazione il movimento Agende rosse, Professionisti Liberi, Anpi Palermo e la poetessa e scrittrice Lina Mattina. Presente anche Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio del 1992 nella strage di via D’Amelio: “Falcone e Borsellino sono stati uccisi barbaramente e noi non vogliamo che altre persone innocenti possano fare la loro stessa fine – ha affermato -. Vogliamo che lo Stato intervenga per l’adozione di tutti quei mezzi che possano tutelare la loro vita. Anche Falcone fu lasciato solo e fu isolato da tutti e noi non vogliamo che questo possa riaccadere anche agli altri magistrati”.
“Lo Stato deve proteggere Di Matteo – dice Giorgio Colaianni, di Professionisti Liberi -. Occorre andare avanti e far sentire la nostra voce perché solo la verità potrà mettere a tacere per sempre la mafia. I singoli cittadini possono fare molto e la mafia non deve essere contrastata solamente dalla magistratura”.
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06 Dicembre 2013, 14:13