Le amicizie pericolose di Ruggirello| “Il santo della provincia di Trapani”

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05 Marzo 2019, 21:07

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PALERMO – Novembre 2011. Girolamo Antonio Coppola è a colloquio con il fratello, e boss, Filippo Coppola. Bisogna attivare il passaparola fra i detenuti. Alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Erice si deve votare per “il fratello di Bice”.

Bice Ruggirello è la sorella di Paolo. Il nome del politico trapanese entra per la prima in un’informativa antimafia. Da allora seguono otto anni durante i quali emergono con costanza i rapporti fra Ruggirello ed esponenti di Cosa Nostra. È una lunga storia. personale e politica, segnata da piccoli e grandi favori, di voti “comprati” e pressioni.

A dire il vero le sue relazioni pericolose risalgono al 2006, anno della prima candidatura all’Ars. Ad appoggiato c’è Michele Accomando, un imprenditore che sarà poi condannato per mafia. Si scoprirà che è l’uomo, massone della loggia “Giovanni Gentile – Valle del fiume Mazzaro”, che ha costruito la rete di protezione per i latitanti Natale Bonafede e Andrea Mangiaracina. Accomando se ne va in giro a cercare voti per Ruggirello. Bussa alla porta di tanti amici, come Salvatore Parisi, nipote del padrino mazarese Mariano Agate. In caso di vittoria di Ruggirello si poteva chiedere al politico, e senza troppi giri di parole: “Fagli la pratica di 200 mila euro a Salvatore Parisi”. Altri amici coinvolti nel progetto elettorale sono Pinuzzu Burzotta (fratello di Diego, uomo d’onore mazarese) e Dario Gangitano (che sarà arrestato per droga).

Alle Regionali del 2008 a spendersi per Ruggirello è Giovanni Buracci. Figura strana Buracci. Prima di scoprire il suo ruolo di mafioso (la sua condanna non diverrà definitiva perché nel frattempo è deceduto) ha lavorato per anni come funzionario alla prefettura di Trapani, addetto alle “certificazioni antimafia” e alle “patenti per sorvegliati speciali”.

La campagna elettorale in favore di Ruggirello è un modo per ringraziare l’onorevole che si è attivato per fare assumere la figlia all’ospedale di Trapani: “… mia figlia la stavano buttando fuori e grazie ad Eleonora Lo Curto l’hanno tenuta dentro per i capelli… e infatti fecero classificarla nona… questa è una premessa. Mia figlia si è classificata la nona. I posti sono sei, però due di questi qui, dei primi sei devono andare a Palermo, perciò la graduatoria scivola e prendono la settima e l’ottava, e mia figlia rimane sempre fuori. Non c’è stato verso e maniera di farla… ora Paolo Ruggirello, Bice, si sono avvicinati a mia nuora e si è avvicinato a noi altri, mio… mio genero ce ne ha parlato…”. L’assunzione al Sant’Antonio Abate arrivò davvero, sottolineano i carabinieri, prima a tempo determinato e poi indeterminato.

È la fama di Ruggirello cresce. Di lui Cirò Caravà, ex sindaco di Campobello di Mazara, processato per mafia e assolto, morto soffocato da un pezzo di pane, diceva che “ha tutti amici, tutti delinquenti, tutti”.

Altro anno, altra amicizia pericolosa, quella con Andrea Angelo, figlio di Salvatore, imprenditore condannato per mafia, che gli chiede aiuto per piazzare alcuni “aereogeneratori” nei parchi eolici in provincia di Trapani. Alle regionali del 2012 Ruggirello, oltre ai fratelli Virga, può contare pure su Francesco Martino e Calogero Giambalvo. Martino è stato consigliere comunale a Castelvetrano nel 2014 con l’Udc, poi passato ad Articolo 4 e infine dichiarato incandidabile. È stato lui a ristrutturare la villa di Gaspare Como, il cognato di Matto Messina Denaro, a Triscina e a raccogliere le confidenze su latitante da parte di un altro consigliere, Giambalvo, che millantava di avere incontrato il latitante che se ne andava a caccia nelle campagne trapanesi. Giambalvo in primo grado è stato assolto, ma la Procura ha fatto appello. In cambio del suo sostegno Ruggirello si fa promotore di una manovra politica per consentire a Giambalvo di approdare al consiglio comunale di Castelvetrano.

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Come? Anche questo viene ricostruito dai pm di Palermo: il sindaco Felice Errante, il 17 luglio 2014, sostituisce l’assessore alle Opere pubbliche Vito Fazzino con il consigliere Giuseppe Rizzo, il quale lascia lo scranno per fare posto al primo dei non eletti, e cioè Giambalvo. “… questo ti ripeto è un ragionamento che noi lo dobbiamo portare, portare come ti ho detto io l’altra volta a compimento – diceva Ruggirello all’aspirante consigliere – per portarlo a compimento entro dicembre perché è una situazione che a noi ci interessa chiudere e definire”.

E Martino? Così parlava quest’ultimo: “L’accordo con Ruggirello con me è… che lui vuole salvare a Lillo (Giambalvo, ndr) e in contropartita io ho un progetto da presentare e lui me lo fa approvare… per fare una cosa per anziani…”.

Le amministrative del 2014 sono per Ruggirello l’occasione per sfruttare i suoi rapporti con i mafiosi Carmelo Salerno, Vincenzo La Cascia e Filippo Sammartano. Lancia il movimento politico “Articolo 4” e inserisce in lista Maria Tripoli, Fabio Basiricò e, in particolare, Daria Razziano “sponsorizzata” da Sammartano che, incassata la vittoria, celebra la figura di Ruggirello. Lo definisce “il più serio politico che abbiamo nella provincia di Trapani… il santo della provincia di Trapani…”.

Nel 2014 due giorni dopo le elezioni a Campobello Giambalvo finisce in carcere. Ci resta per poco. Una volta libero Ruggirello lo coinvolge in un progetto per l’accoglienza di migranti: “… senti una cosa… abbiamo novità per quello di cui abbiamo parlato ieri… immobili… cose”. Giambalvo ha il compito di preparare un “protocollo d’intesa” con scuole, chiese ed associazioni a favore degli immigrati, così come indicato dal bando della prefettura.

Il sociale è un settore in cui Ruggirello è particolarmente attivo. Come quando nel 2015 chiama il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo: “…una cortesia Alberto, è possibile domani mattina poterti incontrare per una… una vicenda che riguarda il Comune nel senso che amici miei che si sono aggiudicati una gara riguardante il sociale e che stanno avendo, debbo dirti, dei problemi, ma ne voglio parlare con te, perché sono abbastanza materia delicata, perché vogliono andare a denunciare e quindi ho detto prima di fare qualsiasi passo… mettiamo a conoscenza il sindaco di quello che accade e poi ci avvaliamo di alcune situazioni”.

Ruggirello si fa in quattro per aiutare gli amici, ma sa di potere contare sul loro quando è lui a dovere risolvere questioni molto delicate. Alcune strettamente personali. Ora è finito in carcere. Le sue relazioni pericolose gli sono costate un arresto per mafia.

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05 Marzo 2019, 21:07

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