Le assunzioni, gli ordini e le pulizie | Il controllo “full time” di Ferdico

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03 Ottobre 2017, 19:11

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PALERMO – Le voci sulla presenza costante di Giuseppe Ferdico, in cella da stamani, nel centro commerciale Portobello di Carini erano giunte anche all’orecchio di Silvana Saguto, quando ancora presiedeva la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Prima, dunque, di finire sotto accusa per corruzione.

Era stato il giudice, oggi sospesa, a scrivere nel 2012 all’amministratore giudiziario Luigi Miserendino. Ferdico doveva essere allontanato, la sua presenza a Carini era vietata. Il direttore commerciale di una società che lavorava nel centro, colui che poi si è rivolto ai finanzieri, lo spiegava al commercialista: “Non ci dovrebbe mettere piede lì dentro” poiché ha un “provvedimento di inibizione”.

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Ed invece la sua presenza era “full time… dalla mattina alla sera”, facendo emergere un’ulteriore falla, forse la più grave, nel sistema della gestione dei patrimoni confiscati e il pericolo concreto che i beni rientrino in possesso delle persone a cui sono stati sottratti. Lo schermo dell’amministrazione giudiziaria nel caso di Ferdico non avrebbe funzionato.

Le intercettazioni fanno emergere la gestione targata Ferdico: l’imprenditore seguiva i lavori all’interno del centro commerciale e stabiliva persino l’esposizione della merce (al suo interlocutore annunciava che era pronto il “lavoro, quello che lui vuole, il disegno, il percorso e tutti cuosi”); organizzava il lavoro dell’impresa di pulizie (“dice Montes ‘ci vo chiamare a chiddu ri pulizie ché dumani ca matinata, setti e mienza, nni fa fari un giru i machina ddà rintra?’”); si impegnava per sedare i malumori di qualche commerciante (“vediamo se risolviamo con quello, perché chiudere la pescheria è un peccato di Dio”); si attivava per l’assunzione del personale: “… vieni… ci fai un colloquio… poi… ti viene… e lavoriamo insieme… poi lavoriamo insieme… spicciati dai”.

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03 Ottobre 2017, 19:11

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