Munnizza, traffico, abusivi, movida | Orlando e la Palermo impossibile

di

29 Aprile 2015, 06:15

3 min di lettura

PALERMO – Una certezza l’articolo di Roberto Puglisi su Leoluca Orlando “che viene bene nelle foto ma il sindaco non lo ha saputo fare” ce la consegna. E cioè che la Palermo di Leoluca Orlando fa discutere. Il dibattito tra i nostri lettori è stato affollato e appassionato, superando i 180 commenti. Non il coro unanime di critiche e contumelie dei lettori che accompagna tanti nostri articoli sul governo regionale di Rosario Crocetta, ma un confronto tra posizioni variegate. Tra “colpevolisti” e “innocentisti” il duello è stato acceso, con un fantasma più volte rievocato, ossia lo spettro della sindacatura precedente, quella, durata un decennio, di Diego Cammarata. Orlando divide e fa discutere. E il dibattito non esaurisce la sua portata nei confini del capoluogo, visto che il sindaco di Palermo e presidente dei Comuni siciliani è in predicato uno dei potenziali papabili per la sfida del dopo-Crocetta.

Il dibattito è aperto. Livesicilia ha detto la sua, i palermitani la loro. Sullo sfondo le sofferenze di una città che sono in gran parte sovrapponibili a quelle di una regione intera (al netto del tram e di qualche altra specificità panormita). Qua e là però affacciano anche quei desideri di normalità che a volte assumono le evanescenti sembianze dell’utopia. Il catalogo dei disagi impossibili o quasi da azzerare, che è assai difficile imputare al sindaco pro tempore, e che meriterebbero un’onesta chiamata in correità da parte dei palermitani, e dei siciliani in genere, verso se stessi.

Sì, forse non sta bene dirlo ad alta voce, sarà pure una violazione del manuale del perfetto indignato, ma ci sono guerre che non si possono delegare a nessun sindaco, che lo sappia o non lo sappia fare poco cambia. Sono quelle battaglie che un amministratore può combattere per dovere senza però farsi troppe illusioni di vittoria, magari senza perdere la speranza nel miracolo. I rapporti di forza della tenzone, infatti, sono così impari da decretare un risultato scontato in partenza. Esempi? A iosa. Banali, forse, e perdonateci per questo. Ma chiari nella loro semplicità. Vogliamo partire dalle auto in doppia fila? C’è forse Leoluca Orlando dentro ognuna di quelle vetture (magari lasciate lì con le autoassolutorie quattro frecce accese)? I vigili, però, si dirà. Certo, i vigili… In una città come Palermo per debellare l’abitudine della doppia fila ne servirebbe uno a ogni isolato, forse neanche le forze regolari americane in Vietnam basterebbero.

Articoli Correlati

Orlando, certo. E noi palermitani siamo senza colpe? Prendete la munnizza. E chiediamo venia di nuovo, stavolta per il vernacolo. Sì, certo l’Amia, la Rap e i disastri. Sì, senz’altro, le assemblee sindacali e tutto quello che questo giornale ha raccontato. Un pastrocchio su tutta la linea, che non è certo solo palermitano ma che inchioda altrove la Regione a responsabilità pesantissime. E però, Tari o Tasi che sia, quanti palermitani rispettano gli orari per il conferimento dei rifiuti, quanti chiamano il servizio per la raccolta di rifiuti ingombranti se devono disfarsi di una tv? O è Orlando a mollare divani e frigoriferi per strada a ogni punta cantoniera?

E ancora, i posteggiatori abusivi. Un odioso dilagare, certo, che a Palermo ha raggiunto ormai livelli senza precedenti. Ma chi foraggia questo business? La risposta è un pronome di terza o di prima persona? Chi acquista la merce degli ambulanti abusivi che affollano isole pedonali e portici nel salotto buono della città? Chi è il protagonista attivo di certi eccessi della movida? C’è davvero qualcuno che ritiene che la sola repressione della polizia municipale possa debellare fenomeni di questo tipo? O non sarebbe più onesto che una città intera (specchio di un’intera regione) si passasse una mano sulla coscienza per interrogarsi sulla propria cultura del vivere civile?

Pubblicato il

29 Aprile 2015, 06:15

Condividi sui social