Vigili, sponsor, soldi | Tutti i dubbi su Mondello

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25 Ottobre 2010, 11:05

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Trentaseimila metri quadri, 1.200 cabine a 1.700 euro l’una, 700 postazioni per lettini – a mille euro a stagione – più bar e ristoranti. Totale: 7 milioni di euro contro i soli 45 mila euro di canone da pagare alla Regione siciliana per la concessione. Sono questi i numeri della società Italo-Belga che dal 1911 controlla quasi tutta Mondello, a Palermo, senza che abbia mai partecipato a un’asta.

“Già dal 2011 bisognerà vedere se il rinnovo della concessione anche per altri 4 anni è remunerativo” dice Sergio Gelardi, direttore generale del dipartimento Ambiente della Regione, al giornalista di Report – autore di una corposa inchiesta sull’argomento -che spiega come dal ‘92 il canone è stato pagato su una concessione di 26mila metri quadrati. Nel 2005 il Genio Civile si accorge, però, che la concessione è per 36 mila metri quadri, quasi mezza spiaggia in più. Alle casse pubbliche, dunque, mancherebbero 300 mila euro di mancati versamenti da parte della Italo-Belga. Poi c’è la questione del ristorante Charleston, “capolavoro di edilizia marittima dei primi del Novecento” come lo definisce il reporter Emilio Casalini, sulla cui gestione pesa un’accusa di sub-affitto illegale.

La giustizia ordinaria si è mossa contestando alla società abusi edilizi cominciati già negli anni Sessanta, quando a firmare le concessioni era Vito Ciancimino. Tanto da far dire a Michele Costa, ex assessore alla Legalità del comune di Palermo, ai microfoni di Report che “l’ItaloBelga è stata considerata da molti e per troppo tempo un’entità sovrannaturale e onnipotente”. “Io non mi sento il signore di Mondello – risponde Giovanni Castellucci, ad della Immobiliare Italo-Belga – mai sentito. Io mi sento al servizio di Palermo e dei palermitani per offrire il meglio dei servizi”.

Ma la spiaggia è chiusa da una recinzione metallica e i bagnanti intervistati dal giornalista non sembrano gradire. “Si vive male, perché la spiaggia vedi quanto è quella pubblica? Diciamo… è proprio un pezzettino piccolo” dice il primo. “E’ sessant’anni che sono loro a comandare la spiaggia” ribatte il secondo. “Noi ci siamo nati, quindi ci siamo abituati. È tutto loro, pure gli alberi…pure gli alberi, tutto, l’acqua è pure loro” conclude il terzo.

“Sono loro i padroni” dice il bagnante e il giornalista nota come, in effetti, il nome della società è dappertutto: sugli alberi, sui marciapiedi e fin sulle divise della polizia municipale che portano il marchio della Italo Belga stampato sulla divisa estiva. Gli agenti lo sanno, ma non sembrano gradire di essere sponsorizzati. “Non ci faccia andare oltre, per favore” risponde uno di questi a Emilio Casalini. Lo stesso simbolo che porta lo staff della Italo-Belga, come si trattasse di un’unica cosa. “È la prima volta in assoluto che sento dire che la polizia municipale si deve mettere sulle maglie la pubblicità di qualche associazione o di qualche azienda” dice Alessandro Marchetti del sindacato della polizia municipale.

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Niente di scandaloso per Francesco Scoma, ex vice-sindaco e assessore all’Urbanistica. “C’è un regolamento che prevede che possano essere fatte le divise sponsorizzate o possano essere dati…diciamo…che sono delle forme di collaborazione”. Al giornalista non resta che sentire il comandante dei vigili di Palermo.

Emilio Casalini: “Come mai avete messo lo sponsor sulle divise?”
Serafino Di Peri (comandante polizia municipale Palermo): “Ho dato seguito ad una direttiva politica, che era quello di dare data la mancanza di budget come ho spiegato l’altra volta, signor Casalini. Non c’erano i soldi disponibili, ha capito? Quindi una sponsorizzazione era proprio ben accetta, insomma.
Emilio Casalini: “E certo”.
Serafino Di Peri (comandante polizia municipale Palermo): “Però noi non ci abbiamo pensato male e nemmeno ora penso male, perché, ripeto, noi come Comando Polizia Municipale sulla battigia non c’entriamo”.
Emilio Casalini: “Ma se succede qualcosa sulla spiaggia non posso chiamare i vigili, quindi?”
Serafino Di Peri (comandante polizia municipale Palermo): “No, deve chiamare la Capitaneria di Porto”.§
Emilio Casalini: “I vigili non intervengono?”.
Serafino Di Peri: “No, noi non interveniamo”.

Oltre alle divise, la Italo-Belga avrebbe fornito alla polizia municipale anche una casermetta. “Il casotto di cui parliamo noi l’abbiamo dato in comodato d’uso gratuito alla polizia municipale, in quanto è roba nostra” spiega Giovanni Castellucci. “Non rientra , quindi, nella concessione demaniale?” chiede il giornalista. “No, no, no. Questo sta sulla passeggiata. È fuori dall’arenile” sostiene Castellucci. “In realtà, posa direttamente sull’arenile che è demanio e quindi come fa ad essere proprietà privata?” riflette il giornalista confortato dalla pronta risposta di Sergio Gelardi: “No, proprietà non ce ne possono essere sicuramente”. “E allora come ha fatto a darlo in comodato gratuito alla polizia?” chiede il giornalista. “No, non lo può avere dato”. Si stupisce perché avrebbe dovuto essere lui ad autorizzarlo, invece c’è pure il contratto in cui la Italo Belga, nel concedere il comodato alla polizia, gli chiede pure di non commettere abusi.

 

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25 Ottobre 2010, 11:05

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