Le fasi dell’arresto di Messina|Il boss: “Tutto inizia e tutto finisce”

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24 Ottobre 2010, 02:37

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“Sì Gerlandino Messina sono io. Nella vita tutto ha un inizio e tutto ha una fine”. Poche frasi, pronunciate senza esitare. Con queste parole il boss, il superlatitante, ha risposto agli inquirenti, che hanno cercato di interrogarlo, presso la sede del reparto operativo dei carabinieri a Villaseta.
Una cattura rocambolesca, quella dell’erede designato di Falsone. Le teste di cuoio del Gis dell’Arma che irrompono dai balconi della palazzina di via Stati Uniti a Favara. Fatti venire apposta da Livorno, gli uomini del Gis hanno lanciato i fumogeni nell’appartamento-covo di Messina. Troppo rischioso irrompere senza un preavviso ad effetto. Gerlandino  –  e gli investigatori lo sanno bene –  non ci ha mai pensato due volte a venire alle armi e a ricorrere al sangue, quale soluzione veloce a qualsiasi tipo di problema. Ed infatti Gerlandino era armato e bene. Due pistole di cui una con il colpo in canna. L’ex superlatitante, però, non ha fatto neppure in tempo ad impugnare le armi, che si è ritrovato con le manette ai polsi.
Davanti alla sede del reparto operativo c’erano alcuni familiari di Messina, la madre e la sorella Anna. Tra le lacrime, l’anziana madre ha esclamato: “ringrazio Dio che l’hanno trovato vivo”.
La saga di Gerlandino, però, non si esaurisce  alla sola cattura del boss.
Ci sono quattro favoreggiatori indagati, che per ore sono passati ai raggi X degli inquirenti. Tra questi ci sarebbe anche il proprietario della casa, dove è stato ritrovato il boss. Non è escluso che per i quattro scatti il fermo di polizia giudiziaria.
Messina potrebbe aver passato diverse settimane nella palazzina di Favara. Via Stati Uniti è una strada abitata e frequentata e si trova all’ingresso del paese. I fiancheggiatori sarebbero andati a trovarlo indisturbati e avrebbero provveduto a tutti i bisogni del boss. Una meticolosa attività di osservazione, unita alle intercettazioni ambientali e telefoniche hanno consentito l’arresto del boss.
Messina è accusato di una serie di omicidi, ma anche di associazione mafiosa. Ha già una condanna definitiva all’ergastolo.
A difenderlo sarà il legale di fiducia della famiglia, Salvatore Pennica, immediatamente allertato dagli inquirenti.
I dettagli del blitz e le immagini dell’arresto saranno rese note domattina nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento.

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24 Ottobre 2010, 02:37

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