Quel giorno di settembre alla Missione, in via Decollati, Fratel Biagio Conte era introvabile. Lo cercavamo, noi cronisti in drappello, per chiedergli dell’imminente pranzo di Papa Francesco, insieme a lui e ai suoi ospiti. Per caso, girando l’angolo, io lo trovai. Biagio stava spazzando per terra. Non era il tipo da organizzare il lavoro altrui. Mi raccontò: “Ero in Francia, dalle parti di Lourdes. Sono arrivati i ragazzi della Missione, praticamente a prendermi per i capelli. ‘Biagio, Biagio… viene il Papa, devi tornare’. L’ho saputo due mesi fa”.
La visita del Papa
Era in cammino, come spesso accadeva, il missionario laico che voleva redimere tutti dal peccato mortale dell’indifferenza. Ma Papa Francesco rappresentava un viaggio da accogliere senza indugio. Biagio mi condusse in un mini-tour attraverso i frenetici preparativi.
“Ecco, qui se il Santo Padre vorrà riposarsi”. Il luogo prescelto era una piccola stanza ventilata, con, accanto, il bagno tirato a lucido e degli asciugamani profumati. Il Fratello, il Padre, il Figlio di Palermo non stava nella pelle. I suoi occhi azzurri, immancabilmente accesi, rasentavano una tonalità assoluta. Un azzurro cielo nei primi giorni del mondo.
E venne Papa Francesco, alla mensa di via Decollati, sorta come un miracolo tra le casupole, sormontata da un immenso crocifisso. Era il 15 settembre del 2018. Il parco menù prevedeva pane con l’olio, caponata, insalata di riso, pollo panato, sorbetto e dessert. C’era l’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, la coscienza profonda di un’intera città. C’era don Pino Vitrano, lo spirito coraggioso che, adesso, regge la Missione, dopo la morte di Biagio Conte.
“La commozione di Papa Francesco”
Racconta oggi Francesco Russo, medico dei diseredati: “Il Papa si presentò con estrema semplicità, da amico e padre. Biagio era molto emozionato. Noi restammo colpiti dall’umiltà del Santo Padre. Si fermarono insieme davanti al coro dei bambini che intonava ‘Mare Mare’, un canto dedicato alle speranze delle persone migranti, e tutti e due, quel giorno, furono colpiti fino alle lacrime dalla commozione”.
“Tanti giovani vicini alla Missione stanno ricordando Papa Bergoglio – continua Francesco – stiamo ricevendo messaggi molto intensi e bellissimi. Quando il Papa si alzò per andarsene, Biagio lo accompagnò e lo guardò allontanarsi, dopo un abbraccio indimenticabile. E’ la scena impressa per sempre, in me”.
Si salutarono con affetto il Papa e il missionario laico che si erano riconosciuti nella stessa speranza. Si strinsero nella Cittadella in cui Fratel Biagio avrebbe chiuso gli occhi, in una stanza di pellegrinaggi, di fianco a un dolce giardino. Si abbracciarono sotto il cielo di Palermo che, in quel giorno settembre, raccontava con le sue luci la perennità dell’estate. Come sempre accade.