Le lobby? Ora servirà la "patente" | Formazione, la legge è in Aula - Live Sicilia

Le lobby? Ora servirà la “patente” | Formazione, la legge è in Aula

Due ddl all'Ars: chi vuole fare "lobbying" dovrà registrarsi. I corsi: cosa cambia per enti e lavoratori.

 

 

 

 

PALAZZO DEI NORMANNI
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4 min di lettura

PALERMO – Lobby e Formazione professionale. L’ordine del giorno della seduta di oggi a Sala d’Ercole è abbastanza ricco di novità e fra gli ultimi disegni da discutere ci sono il ddl per regolare i portatori di interesse e la riforma di uno dei settori, quello della Formazione, che al momento è regolato con una legge del 1976. All’ordine del giorno però non mancano altri temi caldi. Ci sarebbero da esaminare, infatti, anche la riforma dei rifiuti e il taglio dei vitalizi (al momento ferma a causa di un approfondimento), oltre alla legge statutaria. Un elenco ricco, insomma, che in parte racconta progetti di legge “posteggiati” a Sala d’Ercole e in parte riporta nuove questioni da affrontare. Ecco cosa prevedono.

Il ddl sui “portatori di interesse”

Per svolgere l’attività di lobbying in Sicilia sarà necessario accreditarsi e avere tanto di patentino.  All’Assemblea regionale siciliana, il ddl “in materia di lobbying presso i decisori pubblici”, e cioè presso la Presidenza della Regione e gli assessorati regionali, è in discussione già da qualche settinama. La proposta vede la firma del Movimento Cinque stelle e prevede, oltre alla creazione di un registro dei lobbisti anche la creazione di un’agenda pubblica su cui siano registrati gli incontri fra i portatori di interesse e i componenti dell’esecutivo regionale.

Negli ultimi mesi il tema delle lobby è stato spesso centrale nel dibattito. Il caso Arata ha coinvolto alcuni assessori regionali e lo stesso presidente della Regione Musumeci, circa un anno fa, ha stigmatizzato questa pratica. “Ci sono lobbisti – raccontava infatti il governatore – che stanno giornate intere dentro gli assessorati sperando di incontrare un dipendente debole che fornisca loro notizie o presti favori”. Poi concludeva: “Spero di non doverli scoprire mai perché li accompagnerei alla porta a calci nel sedere”.

La legge si rivolge proprio ai componenti del governo regionale e agli incontri fra i componenti dell’esecutivo con i portatori di interessi delle vari categorie che con la loro attività vogliono influenzare i “processi decisionali pubblici” e cioè “i procedimenti di formazione degli atti regolamentari nonché degli atti di programmazione e di indirizzo emessi dalla Presidenza della Regione, dagli assessorati e dai dipartimenti regionali”.

Il registro pubblico dei lobbisti sarà tenuto dalla segreteria generale di Palazzo d’Orleans. Sarà possibile accedervi se maggiorenni e si gode dei diritti civili. Occorre inoltre non avere riportato condanne passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione e non essere stato interdetto dai pubblici uffici.

Senza l’iscrizione al registro non si potrà svolgere attività di lobbing. Ma non sarà necessario solo accreditarsi. Occorrerà infatti che ogni incontro con i componenti del governo e dell’amministrazione siano segnati in un’agenda pubblica presente sul sito della Regione in cui saranno rese note le date, i temi di discussione e la documentazione prodotta dai lobbisti durante gli incontri.

La riforma della Formazione professionale

Nel caso del ddl Formazione, come detto, si tratta di un progetto di riforma che mira a rendere la legge siciliana più adatta alle questioni che sono state sollevate negli ultimi anni dall’evoluzione del settore. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera della commissione Cultura presieduta da Luca Sammartino.

 La formazione prevista dalla legge si basa, infatti, su un sistema di accreditamento, su un catalogo dell’offerta formativa e su un repertorio delle qualifiche. La legge promuove lo sviluppo di reti con le imprese e gli istituti di formazione e prevede la possibilità di dividere il catalogo in sezioni territoriali.

Fra le novità ci sono anche nuove regole per i lavoratori e le loro qualifiche. I docenti, ad esempio dovranno essere per legge laureati. A seconda dell’insegnamento saranno però consentite le deroghe. Nuove norme riguardano anche l’albo dei lavoratori del settore. L’iscrizione dovrà essere confermata. Chi rimarrà nell’albo dovrà partecipare a corsi di aggiornamento triennali altrimenti la sua presenza nella lista decadrà.La cancellazione ci sarà anche per coloro che hanno un rapporto di lavoro in un altro settore lavorativo. Solo chi rimarrà nell’albo a seguito di tutte queste procedure potrà passare al nuovo registro dei formatori.

La legge inoltre modifica l’assetto dell’organizzazione dell’assessorato all’Istruzione e alla Formazione. Le due materie saranno divise in due diversi dipartimenti: uno si occuperà di istruzione, università e ricerca, l’altro si occuperà solamente della Formazione professionale. L’autorità di gestione dell’Fse, il Fondo sociale europeo sarà quest’ultimo dipartimento.


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