22 Marzo 2018, 10:35
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PALERMO – Valgono sei milioni di euro i beni che i carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e gli agenti della Dia di Messina hanno sequestrato a Carmela Milone, al marito Domenico Giuseppe Molino e ad Antonino Polito, indagati nell’inchiesta “Gotha 7” per intestazione fittizia e trasferimento fraudolento di beni. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Monica Marino su richiesta della Procura della Repubblica.
Il presunto trasferimento fraudolento di valori riguarda le imprese edili Gramey ed Edil Delta Unipersonale. La prima è riconducibile ai coniugi Molino-Milone e fino a pochi anni fa era affidataria di numerosi contratti d’appalto pubblici e privati. Sarebbe divenuta lo strumento, grazie al meccanismo dei sub appalti, attraverso cui la mafia barcellonese imponeva le estorsioni. Sotto sequestro anche tre terreni, un appartamento nel comune di Cotronei (KR) e una serie di automezzi.
Le indagini sono partite da un’estorsione del 2006 contestata a Carmelo D’Amico, oggi collaboratore di giustizia, e Filippo Milone, referente dei mafiosi siciliani per la zona di Gala. Pretesero dall’impresa di Rosario Presti, sotto minaccia di ritorsioni, che una parte dei lavori per la rete fognaria di Barcellona Pozzo di Gotto e il risanamento del Torrente Longano venissero affidati alla Gramey di Carmela Milone, figlia di un vecchio boss. Quando nel 2014 venne fiori che si indagava sull’appalto la Gramey fu affittata alla Edil Delta che continuò a gestire cantieri per 300 mila euro.
All’interno della sede operativa della Gramey gli investigatori hanno trovato numerosi documenti amministrativi e contabili: carte di credito, corrispondenza, attestazioni per la partecipazioni ad appalti pubblici, pagamenti di fatture ed assegni firmati da Polito. Da qui l’ipotesi che sia continuità fra le due aziende e il sequestro.
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22 Marzo 2018, 10:35