Le parole degli innocenti

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25 Maggio 2010, 09:55

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Le vittime del racket delle estorsioni non si trincerano più dietro al silenzio indotto dalla paura di ritorsioni da parte del clan, ma ammettono di avere subito richieste di denaro dai boss e aiutano gli investigatori. Una circostanza nuova in una città come Palermo, emersa dall’ultima indagine dei carabinieri sul mandamento mafioso di Resuttana che oggi ha portato al fermo di 4 persone. Tutti i commercianti sentiti dagli inquirenti, che stanno ricostruendo, anche grazie ai pentiti, la mappa del racket in città, hanno confermato di avere ricevuto la “visita” degli esattori del pizzo riconoscendo in foto i volti degli estortori e raccontando in dettaglio le pressioni subite. Come il titolare di un noto negozio di calzature e abbigliamento del centro delle città che ha raccontato di aver pagato un altro commerciante, oggi fermato dai carabinieri e usato dalla cosca come intermediario, la rata del racket. Il riscossore intascava 3,500 euro a Natale e altrettanti a Pasqua. E dall’inchiesta emergono anche esempi di ribellione come quello del proprietario di un bar che si è rifiutato di pagare e del titolare di un negozio di abbigliamento che ha opposto alla richiesta della mafia le difficoltà economiche in cui si trova convincendo gli estorSori a mollare la presa.

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25 Maggio 2010, 09:55

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