15 Settembre 2010, 11:11
1 min di lettura
E’ giunto all’ alba di stamani a Porto Empedocle l’Ariete, il motopesca della flotta di Mazara del Vallo fatto oggetto domenica sera di colpi di mitraglia da parte di una motovedetta libica al largo delle coste nordaficane. L’unità è stata sottoposta a sequestro cautelativo dalla Procura di Agrigento, che ha ordinato una serie di perizie balistiche da parte dei carabinieri del Ris di Messina per accertare se – come riferito dai dieci uomini d’equipaggio – i militari libici abbiano sparato “ad altezza d’uomo”. L’inchiesta, aperta dai magistrati a carico di ignoti, ipotizza i reati di tentativo di omicidio plurimo aggravato e danneggiamento. Non è escluso che il procuratore Renato Di Natale, l’aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Luca Sciarretta decidano di ascoltare anche i militari della Guardia di Finanza che erano a bordo della motovedetta, donata a Gheddafi dal governo italiano, in qualità di “osservatori”. Il comandante del motopesca Gaspare Marrone e l’armatore Vincenzo Asaro contestano la ricostruzione del ministro dell’ Interno Roberto Maroni, che ha parlato di “incidente”, sostenendo che i libici sapevano benissimo che stavano sparando a un peschereccio italiano e non a un barcone di immigrati. I dati del ‘blue box’, il sistema di rilevamento Gps a bordo dell’Ariete, hanno infine confermato che l’imbarcazione al momento del tentativo di abbordaggio si trovava a circa 30 miglia dalla costa, in acque internazionali.
Pubblicato il
15 Settembre 2010, 11:11