18 Luglio 2022, 13:25
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PALERMO – “Il progetto che ci ha fatto entrare in Lega quattro anni fa non esiste più. Quella Lega che parlava di autonomia della Sicilia, di federalismo, di buon governo, che era vicina alle famiglie e che voleva essere di rottura con un sistema politico siciliano malato, ormai è solo un ricordo”. A dichiararlo sono Giuseppe Romanotto, commissario cittadino di Monreale e candidato sindaco del Carroccio nel 2019 con il 13 per cento di preferenze, Giusto Lo Franco, commissario cittadino di Misilmeri, e Salvatore Cappadonia, commissario cittadino di Cerda, che hanno rassegnato le proprie dimissioni dal partito.
Un malessere non isolato che nei prossimi giorni potrebbe portare ad altre fuoriuscite dalla Lega. Dei nodi venuti al pettine ancora di più dopo i risultati delle ultime elezioni di Palermo, complici le elezioni regionali alle porte.
Per gli ex leghisti “è fallito il tentativo di creare una classe dirigente nuova radicata nel territorio”. “I cittadini se ne sono accorti perchè abbiamo imbarcato di tutto – commentano – e la Lega in Sicilia ha perso di credibilità nei confronti degli elettori. Prova ne è il fatto che quattro anni fa alle elezioni comunali la Lega aveva raggiunto risultati a due cifre, mentre, alle ultime amministrative, nonostante si sia presentata sotto falso nome di ‘Prima l’Italia’ è riuscita per miracolo a superare la soglia di sbarramento del 5% in Città come Palermo e Messina”.
A loro dire l’attuale dirigenza siciliana della Lega è distante anni luce dal modo di intendere la politica. “Ed è per questo – aggiungono – che noi commissari cittadini della Lega rassegniamo le dimissioni. La nostra Sicilia – concludono – ha bisogno di un progetto politico forte e credibile che scardini le dinamiche che hanno reso questa terra un inferno per i suoi cittadini”.
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18 Luglio 2022, 13:25