30 Giugno 2021, 12:06
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PALERMO – La provincia di Palermo nel 2020 si conferma fanalino di coda nella raccolta differenziata con solo il 29,68 per cento, senza nessun particolare incremento rispetto al 29,04 per cento del 2019. A pesare sulla performance provinciale, a fronte dei progressi fatti da diversi comuni, è il dato del comune di Palermo fermo al 15 per cento, addirittura peggio di 2 punti percentuali rispetto al 2019. Sono i dati forniti da Legambiente Sicilia nel quarto appuntamento degli Ecoforum provinciali organizzati nell’ambito della terza edizione della campagna “Sicilia Munnizza Free”, svoltosi a Partinico.
I dati del primo semestre 2021 di comuni come Termini Imerese e Bagheria incoraggiano. I due comuni sono passati dal 35 ad oltre il 65 per cento. Complessivamente, 37 comuni sono sopra il 65 per cento (erano 24 nel 2019), tutti sotto i 15.000 abitanti, tranne Misilmeri; 34 comuni tra il 40 e il per cento e 11 comuni sotto il 40 per cento con Palermo al 15 per cento e Casteldaccia al 2 per cento. Dodici i comuni rifiuti free, ossia che hanno prodotto meno di 75Kg/ab di rifiuti indifferenziati: San Giuseppe Jato con 27kg7ab, Trappeto, Santa Cristina Gela, San Cipirello, Giardinello, Montelepre, Altofonte. Campofiorito, Contessa Entellina, Prizzi, Gratteri e Isnello.
“Il dato della città di Palermo, con il 15 per cento incide pesantemente sulla performance generale della provincia – dice Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia -. Nel capoluogo si balbetta sui prossimi step per coprire solo altri 50 mila abitanti. Eppure, i risultati, potremmo dire, sono sorprendenti, con oltre il 60 per cento di differenziata in quella parte di città dove i cittadini sono serviti dal porta a porta, attualmente quasi 200 mila abitanti. Non serve buttare 30 milioni per ampliare la discarica di Bellolampo, ma occorre investire questi soldi per riorganizzare la Rap. Ci sono oltre 14 milioni di euro disponibili per potenziare la raccolta differenziata per la città metropolitana.”
L’impiantistica a servizio della raccolta differenziata è del tutto insufficiente, come nel caso dell’organico prodotto dai comuni della provincia, con soli 5 impianti esistenti con una capacità autorizzata di 71 mila t/a a fronte di un fabbisogno di 85 mila t/a, costringendo i comuni a sopportare costi inaccettabili di conferimento per oltre 200 euro a tonnellata.
“Occorre accelerare e semplificare le procedure per l’autorizzazione alla realizzazione di questi impianti per il recupero e il riciclo di cui c’è dannatamente bisogno – dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – affinché gli sforzi che stanno facendo i cittadini e le amministrazioni comunali per aumentare i livelli di raccolta differenziata non siano vani e possano, invece, vederne i benefici nella riduzione della tariffa. Gli Inceneritori proposti dalla Regione non li vuole nessuno”. (ANSA).
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30 Giugno 2021, 12:06