Legge antiparentopoli |Veto esteso al coniuge

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10 Luglio 2013, 17:10

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PALERMO – Ancora una riscrittura, l’ultima, per il disegno di legge “anti-parentopoli”, che oggi la Commissione Affari Istituzionali ha finalmente esitato. Determinante un emendamento che allarga le cause di ineleggibilità e di incompatibilità per i deputati e gli assessori e che ha registrato l’accordo di tutti. A proporlo, i grillini. Una modifica sostanziale che ha estinto i nodi che, via via, erano emersi durante l’iter parlamentare dal momento in cui il ddl aveva lasciato la sub commissione. Il nuovo testo estende i veti al mantenimento della carica parlamentare anche se il coniuge dell’eletto, anche se separato, e il convivente more uxorio ricoprono “il ruolo di rappresentante legale, amministratore o dirigente, o sia socio anche occulto, quando la condizione è provata giudiziariamente, in enti o società operanti nel settore della formazione professionale”.

“Si era arrivati al nulla, ad una pagina bianca perfettamente inutile – spiega Salvo Siragusa, del Movimento Cinque Stelle, componente dell’organismo -, ma quello che è stato fatto oggi, con il buon lavoro della commissione guidata dal presidente Forzese, mette dei limiti alle situazioni di cui si legge sui giornali da mesi”.

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Per quanto riguarda gli assessori regionali, nominati e non eletti, le nuove cause di incompatibilità e la ineleggibilità varranno anche su tutti i settori della pubblica amministrazione. Spiega il presidente Marco Forzese: “Il ddl verrà trasmesso oggi alla presidenza dell’Ars per esaminarlo in Aula già nei prossimi giorni. Per quanto riguarda le norme sulla trasparenza, legati all’affidamento di appalti in maniera discrezionale a deputati o a parenti ed affini entro il secondo grado, la I commissione avvierà l’esame del mio “lodo” la prossima settimana unitamente alle norme anticorruzione”.

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10 Luglio 2013, 17:10

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