Cronaca

“L’emergenza Covid ha condizionato l’andamento della giurisdizione”

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30 Gennaio 2021, 08:30

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CATANIA – La pandemia ha avuto riflessi anche nella giustizia, che non si è mai fermata, ma comunque ha subito rilevanti rallentamenti. Un condizionamento che è ben evidenziato nella lunga relazione della Presidente della Corte d’Appello di Catania (facente funzioni), Domenica Motta, preparata in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Che per via dell’emergenza sanitaria si svolge in modo “ristretto” e “con un collegamento da remoto”. Mesi difficili che hanno avuto ripercussioni sui processi civili e penali e anche sull’attività ordinaria degli uffici del distretto giudiziario catanese. “Nel periodo in esame l‘andamento della giurisdizione civile e penale è stato, anche in questo distretto, fortemente condizionato dalla nota emergenza sanitaria nazionale”, afferma la Presidente Motta. 

L’interno del Palazzo di Giustizia, Catania.

“Ovviamente la prima preoccupazione dei Capi degli uffici giudiziari è stata quella di tutelare la salute di ciascun operatore e quella collettiva”, ha evidenziato. La soluzione per evitare la “presenza” è stata quella di attivare gli strumenti informatici. “E’ stato inoltre fatto ampio utilizzo della nuova piattaforma Microsoft Teams per tenere camere di consiglio, riunioni organizzative, incontri di formazione, udienze di convalida di arresto e altro ancora”, sottolinea la magistrata. Ma non sono mancati i problemi tecnici: “Al contempo ciò ha naturalmente comportato una maggiore insofferenza, rispetto al passato, verso le interruzioni di funzionamento del sistema o della connessione alla rete internet e la scarsa aderenza degli applicativi alle variegate esigenze delle cancellerie e dei giudici”.

La Presidente Motta è ottimista in vista del recupero del lavoro accumulato nei mesi della pandemia. “Gli effetti, pur variegati, sulle pendenze non risultano invero particolarmente penalizzanti e potranno essere recuperati nel prossimo futuro, senz‘altro ad epidemia cessata e, comunque, anche in corso di emergenza sanitaria, grazie alla progressiva implementazione e utilizzazione delle ―vie telematiche”. Certo, se è un po’ più facile nel civile per il penale servono “cospicui investimenti finanziari”. 

La grossa pecca del distretto giudiziaria catanese è la mancanza di risorse umane e materiali. “Anche quest‘anno non può trascurarsi di rappresentare le remore che al buon andamento della giurisdizione derivano dalle limitazioni organizzative imposte dai vuoti d‘organico del personale di magistratura che, in misura maggiore o minore, continuano ad affliggere gli uffici del distretto, e in particolare quelli di primo grado.  Tali scoperture si attestano su una percentuale media dell‘11,11% per gli uffici giudicanti e dell‘8,42% per gli uffici requirenti (fonte C.S.M.)”. 

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La magistrata rileva come servano risorse giovani e motivate anche per poter attivare percorsi informatici che possano avere risultati. “Si è infatti convinti che solo l‘immissione di risorse umane nuove, più preparate e motivate nel ―padroneggiare le moderne metodologie di lavoro imperniate sul generalizzato impiego di strumenti tecnologici, potrà evitare il rischio di depotenziare i progetti d‘informatizzazione dei servizi e dell‘attività giurisdizionale, avviati nel distretto da tempo, con ricadute sicuramente positive sull‘efficienza del sistema giudiziario”. 

La presidente Motta ha snocciolato numeri relativi alla “produttività” e alle “pendenze” delle varie componenti degli uffici giudicanti e requirenti. Un dato molto positivo arriva dal lavoro della Procura di Catania e in particolare della Dda etna che si piazza al terzo posto in Italia “per l numero di misure cautelari emesse per reati di criminalità mafiosa”.

La conclusione è un atto di ringraziamento per il presente e un segnale di speranza per il futuro. “Al termine di un anno difficile, contraddistinto, nella coscienza e nella condotta di ciascuno, dall‘imperversare di una grave epidemia, con lutti, limitazioni e – comunque – ripercussioni nella propria vita e nel costume dell‘intera comunità nazionale e internazionale, non posso non concludere ringraziando quanti, magistrati, personale amministrativo, Forze dell‘ordine, operatori del diritto in genere, hanno contribuito a realizzare fini di giustizia anche in siffatte sfavorevoli condizioni”.

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30 Gennaio 2021, 08:30

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