L’ennesimo rimpianto di Griccioli: | “Regalati due quarti, così non va”

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21 Dicembre 2015, 12:04

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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Adesso si può parlare davvero di crisi. Ne è consapevole Giulio Griccioli, amareggiato nel post partita di Orlandina-Pesaro “Abbiamo regalato venti minuti, la partita che dovevamo fare era quella del secondo tempo. L’unica cosa positiva, se c’è, è l’aver recuperato in quel modo. Un po’ per gli episodi, un po’ per colpa nostra, ci siamo condannati da soli. Abbiamo perso l’ennesima partita in casa, abbiamo buttato via l’ultimo tiro, ma se diamo diciotto punti di vantaggio è difficile recuperare. Non siamo stati sufficientemente bravi”. Su tutti, un episodio nel finale è stato decisivo: “Il quinto fallo di Laquintana ha dato loro un possesso in più, ma la verità è che non si può dare tutto quel campo a Pesaro nel primo tempo”.

Dall’altro lato del campo, c’è stato un Daye dominante per Pesaro: “Ha fatto ventidue punti nel primo tempo, sono stati piuttosto sanguinolenti. Anche noi abbiamo sbagliato qualche canestro pesante da sotto, ma è colpa nostra”. Il riferimento, soprattutto, è alla difesa a dir poco pessima opposta nei primi due quarti all’ex Detroit Pistons: “Non mi è piaciuto il Bowers remissivo del primo tempo, soprattutto in difesa. Non ha mai mandato Daye dentro, però non ho nulla da dire sulla sua partita. Stojanovic e Basile l’hanno sicuramente chiuso meglio, l’hanno fatto faticare di più. Lì siamo stati più lucidi e più aggressivi”.

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La lucidità è mancata nell’ultimo possesso, quello che poteva decidere le sorti del match a favore dell’Orlandina. Così non è stato, a causa di una scelta cervellotica (ricerca immediata del tiro con Ilievski da sotto a quasi dieci secondi dallo scadere) di cui Griccioli si assume le responsabilità: “L’avevamo disegnata più o meno in quel modo, ma non con una palla persa. Colpa mia, sia chiaro. Volevamo un tiro veloce o un fallo veloce, così nel caso di errore si poteva optare per il fallo con eventuale tempo per un altro tiro”. Inutile, però, cercare colpe per un singolo episodio. La sconfitta, piaccia o meno, nasce da quel primo tempo imbarazzante: “Non penso serva andare sotto di diciotto per tirar fuori l’orgoglio del secondo tempo. Non bisogna fermarsi mai, soprattutto dopo averla rimessa in piedi senza Jasaitis e Nicevic. Purtroppo è l’ennesimo boccone amaro e questo ci resta”.

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21 Dicembre 2015, 12:04

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