27 Gennaio 2015, 16:01
2 min di lettura
PALERMO – Province siciliane? Si riparte da Leotta. Il neo assessore per gli Enti locali di Crocetta avrà il delicato compito di portare fuori dal pantano in cui è finita, tra un rimpasto di giunta e l’altro, la riforma delle Province. E non è detto che il disegno di legge su cui si baserà la discussione parlamentare sarà quello governativo. L’assessore dovrà, infatti, preparare un “canovaccio”. Ascoltato per la prima volta dalla commissione Affari istituzionali dell’Ars, Ettore Leotta ha elogiato i disegni di legge presentati dai parlamentari regionali – “perché in ognuno ci sono dei punti di forza”, ha detto a margine della seduta della commissione – e ha illustrato alcune delle idee cardine su cui dovrebbe nascere la nuova legge di riordino degli enti locali in Sicilia. Nodo centrale: il numero di Liberi consorzi.
In Commissione – secondo quanto riferito da alcuni parlamentari della prima commissione – l’assessore avrebbe parlato di un modello 6+3, ovvero sei Liberi consorzi di comuni più tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Un progetto diverso dalle proposte fatte finora dal governo Crocetta che, come minimo, prevedevano nove liberi consorzi e tre città metropolitane. D’altronde, l’assessore avrebbe chiesto ai deputati come si può pensare di risparmiare grazie al taglio delle Province se si sostituiscono in toto con strutture simili chiamate però in altri modi. Un taglio è necessario. Ma quando a Leotta viene chiesto di spiegare meglio qual è la sua idea per la riforma la risposta è da manuale: “Devo prima confrontarmi con il presidente Crocetta”. Il presidente della Commissione Antonello Cracolici (Pd) ha quindi chiesto all’assessore di preparare un “canovaccio”, sentito il governatore siciliano, su cui poter discutere e su cui basare l’eventuale scrittura di un nuovo disegno di legge da portare in Aula.
L’obiettivo del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, infatti, così come è emerso dalla Conferenza dei capigruppo, sarebbe quello di calendarizzare al più presto, dopo la finestra di Bilancio, la riforma delle Province.
Pubblicato il
27 Gennaio 2015, 16:01