21 Novembre 2013, 21:34
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PALERMO – Totò Riina, durante le sue conversazioni in carcere con un affiliato alla Sacra corona unita, “inveisce contro i magistrati, ironizza sulla condanna di Silvio Berlusconi e lancia frecciatine anche al suo vecchio amico Bernardo Provenzano”. Lo rivela “l’Espresso” nel numero in edicola domani (un’anticipazione del servizio è stata diffusa oggi dal settimanale).
Riina – scrive l’Espresso – “sminuisce i processi in cui è imputato, in particolare quello sulla trattativa Stato-mafia e rivendica per la prima volta di essere stato l’autore delle stragi di Falcone e Borsellino”. Riina “è feroce nei confronti di Nino Di Matteo: ‘Ma che vuole questo da me? Perché mi guarda?’. E poi non trattiene la minaccia più pesante: ‘A questo ci devo far fare la stessa fine degli altri’. ‘Questo’ a cui si riferisce – scrive ancora nella nota il settimanale – “è Di Matteo e gli ‘altri’ di cui parla sono i giudici Falcone e Borsellino”.
Riina, inoltre, sostiene – sempre secondo l’Espresso – che “se fosse libero, farebbe fare ai pm che lo accusano la stessa fine ‘di un tonno’, facendo ricorso all’immagine della mattanza e del magistrato ucciso dentro l’auto blindata”. Infine, nella sua analisi quotidiana delle notizie di tv e giornali, Riina “non si lascia scappare l’occasione per ironizzare sulla condanna definitiva inflitta a Silvio Berlusconi. “‘A quello (Berlusconi, ndr) carcere non gliene fanno fare’ – dice Riina, secondo quanto scrive l’Espresso – ‘Ci vuole solo che gli concedono la grazia…'”, aggiunge il capo dei capi.
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21 Novembre 2013, 21:34