05 Settembre 2022, 17:07
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CATANIA – Enrico Letta suona la carica e il Pd entra ufficialmente nella partita elettorale siciliana. Il segretario nazionale dem sfodera gli ormai celebri “occhi della tigre” e sale sul ring siculo. A poche ore dalla kermesse palermitana che segnerà l’inizio della campagna elettorale, Letta fa tappa a Catania per la presentazione dei candidati del partito alle regionali e alle politiche.
Una piazza calda, quella catanese che nelle ultime settimane ha visto consumarsi anche dolorosi strappi, malumori e clamorosi addii (con tanto di doppi salti carpiati e conseguente riposizionamento dell’ex segretario provinciale). Adesso si volta pagina, sembra dire Letta che rinnova non solo simbolicamente la piena fiducia al segretario Anthony Barbagallo (che oggi gioca in casa). Letta fa il suo ingresso alla Cappella Bonajuto insieme alla candidata alla presidenza della Regione Caterina Chinnici e ai dioscuri Peppe Provenzano (vice segretario nazionale dem) ed Anthony Barbagallo.
E tenta la rimonta nonostante il vento dei sondaggi soffi in senso avverso. “Da oggi cominciano le ultime tre settimane di campagna elettorale nelle quali abbiamo un obiettivo principale, quello di parlare a quel 40% di persone che nei sondaggi oggi dicono che si asterranno o che non hanno ancora deciso di votare. Parleremo anche ai tanti giovani”, dice Letta. Il segretario coglie la palla al balzo e lancia una bordata a Matteo Salvini. “Proprio oggi è una giornata importante perchè noi chiediamo al governo, ai ministri leghisti del governo in particolare, di non bloccare l’assegnazione del fondo ‘Coesione e sviluppo’, cioè i fondi strutturali per i prossimi sei anni, che già avrebbero dovuto essere ripartiti nelle settimane scorse”, argomenta.
“La caduta del governo – aggiunge – ha bloccato questo riparto. Chiediamo all’esecutivo di fare questa ripartizione. Per la Sicilia questi fondi europei valgono 6 miliardi di euro per i prossimi sei anni. Il fatto che i ministri leghisti stiano bloccando l’assegnazione di questi fondi non solo per la Sicilia, anche per altre regioni del Mezzogiorno, è uno scandalo”. Poi dà una sciabolata agli ex alleati pentastellati che hanno fatto le valigie abbandonando la casa del campo progressista nonostante il percorso comune delle primarie a pochi giorni dalla presentazione delle liste. “Il M5S? Avevamo fatto le primarie insieme, avevamo deciso che la Sicilia era un territorio nel quale bisognava fare un lavoro per la Sicilia. Nelle primarie si sono confrontati tre candidati, tutti e tre prendendo l’impegno che chi avesse vinto sarebbe stato portato avanti dagli altri. Due giorni prima della presentazione delle liste, c’è stato il voltafaccia. La linearità è un ingrediente fondamentale”, dice il segretario che si toglie qualche sassolino dalla scarpa.
Archiviata la vicenda, punta tutto sulla candidata alla presidenza e sulla proposta politica per la Sicilia. “Sono particolarmente felice di essere qui in Sicilia accanto a Caterina Chinnici, che è di gran lunga la migliore candidata per il futuro dell’isola. E’ la candidata che con più dignità e forza rappresenta il meglio del futuro della Sicilia. Sono convinto che le prossime tre settimane di campagna elettorale saranno in crescita, e che ci consentiranno di arrivare ad una vittoria che sarebbe la migliore notizia per la gente di questa terra”, spiega. “Uno dei primi impegni che Caterina Chinnici prenderà una volta vinta la Regione sarà quello d’introdurre la parità di genere in Sicilia.
E’ inconcepibile che la scelta della destra in questi anni è sempre stata a favore della parte maschile della società siciliana. La nostra scelta sarà quella di introdurre la preferenza di genere e di far sì che la giunta regionale presieduta da Chinnici avrà una presenza di genere marcata”, dice il segretario nazionale a margine dell’incontro. Chinnici ringalluzzita chiacchierando con i cronisti rivendica la linea della sobrietà lasciando intendere che mitezza non è sinonimo di debolezza. “Con Caterina Chinnici spero che la Sicilia diventerà terra di promesse mantenute”, dice e anticipa che il programma è in dirittura di arrivo. Insomma, crolla il paradigma morettiano del “Caterina dì qualcosa di sinistra, di qualcosa”: Chinnici c’è. La campagna elettorale questa volta è davvero iniziata.
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05 Settembre 2022, 17:07