23 Maggio 2013, 21:09
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PALERMO – Un Enrico Letta commosso quello che ha partecipato alla messa in ricordo di Giovanni Falcone, officiata nella cappella del Centro educativo ignaziano a ventuno anni dalla strage di Capaci in cui assieme al magistrato morirono la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.. “La mafia purtroppo esiste ancora – afferma il premier –, e per questo da parte del governo garantiremo uno sforzo in più per combatterla, anche con nuove leggi”. Un impegno forte, quello assunto dal presidente del Consiglio che ha poi assistito in prima fila alla messa, a fianco del presidente del Senato Piero Grasso, del ministro per le Pari opportunità Josefa Idem, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e del senatore Giuseppe Lumia.
Spesso col capo chino ed il volto corrucciato, Letta è parso trattenere le lacrime in diverse occasioni durante l’omelia di padre Franco Beneduce. Di frequente con le mani sul volto, il premier prima di lasciare la chiesa ha salutato calorosamente Maria Falcone e tutti i parenti di Giovanni Falcone presenti al Centro educativo ignaziano. Dopo i canti del coro di voci bianche è toccato a Beneduce, rettore del Cei, annodare i fili del ricordo e della preghiera. “Ognuno faccia il suo dovere – dice il prete – anche la politica è giusto che svolga il suo compito e non si sottragga. Il ruolo del potere è prezioso, ma non dimentichi di assumersi le ineliminabili responsabilità che pure portano con sé un peso non indifferente. Bisogna scendere in campo per porre l’accento sulla cultura della legalità, coinvolgendo le nuove generazioni”.
Proprio ai tanti giovani presenti si è rivolto Beneduce, così come lo stesso Letta, che alla fine della messa ha salutato alcuni giovanissimi prima di rimettersi in viaggio. Nell’omelia, prima dell’intervento di don Luigi Ciotti, c’è stato anche il ricordo di padre Pino Puglisi. Sarà proprio sabato la beatificazione del prete palermitano ucciso dalla mafia nel 1993. “Questo è un momento importante in cui ricordiamo tutte le vittime della mafia cui riservare un commosso pensiero ed una preghiera”, ha detto il fondatore dell’associazione Libera. Quasi a sottolineare un evidente filo rosso che lega due delitti di mafia che in modo diverso hanno pesato sul tessuto civico della città e di tutta l’Italia. Ventuno anni dopo le Istituzioni ricordano anche così la strage di Capaci.
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23 Maggio 2013, 21:09