Lettera a una guardia carceraria

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16 Giugno 2011, 15:20

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(RP) Andiamo al cuore del problema. Le tragedie accadono e non è colpa di nessuno. Ma può bastare una questione burocratica, un nullaosta non conforme,  per lasciare fuori dalle porte del carcere una famiglia che ha macinato chilometri al solo scopo di visitare un padre e un compagno di vita, rinchiuso giustamente dietro le sbarre? Non discutiamo le regole. Non rimproveriamo gli uomini preposti alla custodia di altri uomini. Fanno un lavoro difficile e sono, in modo differente, reclusi. Non pensiamo che la famiglia dello Sperone sia morta nel noto incidente a causa di un diniego. Solo che, in certi casi, l’umana flessibilità è un dono, soprattutto davanti a due bambine che piangono perché non vedranno papà dopo un lungo viaggio. E non c’entra la morte. E’ la vita.

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16 Giugno 2011, 15:20

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