Palermo

Lettera aperta a Lagalla: Palermo sia “Medico di se stessa”

di

27 Novembre 2022, 06:00

2 min di lettura

Caro Sindaco, carissimo Roberto,

è noto che molte città nel mondo e moltissimi Stati hanno una bandiera parlante. Cioè un motto. E sono accomunati  dall’averlo scelto in lingua latina, quindi universale. Ricorderai che a fine 2015 Parigi subì un tremendo attentato islamista e fu anche grazie al suo motto in Latino, rilanciato dalle tv nel mondo,  che questa città apparve a tutti più forte: “Fluctuat nec mergitur” (È sbattuta dalle onde ma non affonda).

Il motto delle comunità è sempre una breve frase dal contenuto morale che spesso accenna al passato e che certamente guarda al presente e al futuro.  Ovviamente, nella pratica quotidiana e nei recinti ormai definiti del passato, qualunque motto di qualunque collettività è contraddetto più spesso di quanto sia confermato; ma ciò non lo priva del suo significato più profondo e del suo contenuto esortativo.  Anche molti stati degli USA ce l’hanno e in Latino. Qualche esempio: “Esse quam videri” (Essere più che sembrare) è il motto della Carolina del Nord; “Excelsior” (Più in alto) è quello dello Stato di New York; “ Salus populi suprema lex esto” (La salvezza del popolo sia la legge suprema) è il motto del Missouri; e persino le Bermuda:  “Quo fata ferunt” (Dove ci porta il destino).  

La nostra “felicissima” Palermo, nota nel mondo anche per la sua bellezza celebrata dai giganti della letteratura, dominata e vessata nei secoli e sfregiata dalla mafia, ha mostrato una caratteristica: ha reagito con le proprie forze, con la propria gente. Se palermitani (e viciniori) sono stati i boss mafiosi, palermitani – come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – sono stati tra gli eroi civili che l’hanno difesa e in buona parte liberata. E palermitani furono coloro che, il giorno di Pasquetta del 1282, cacciarono dalla città (e dalla Sicilia) gli oppressori francesi;  così che ancora oggi si celebrano i Vespri Siciliani.  E nel XIX secolo, dopo alcuni tentativi nei primi decenni, fu a Palermo che il 12 gennaio 1848 scoppiò quella “Primavera dei popoli” che pervase l’Europa, ma che soltanto in Sicilia ottenne un risultato, seppure per poco più di un anno.

Articoli Correlati

Insomma è nell’indole storica di Palermo curarsi da sola contro i carnefici sia stranieri che indigeni. E sarebbe utile ricordarsene. Ecco perché, accanto alla proposta di dotare Palermo di un motto, ne suggerisco uno: “Medicus sui ipsius”, cioè: medico di se stessa. Palermo medico di se stessa.

E noi palermitani per primi dovremmo farne tesoro.

Cordialità.

Aldo Sarullo

Pubblicato il

27 Novembre 2022, 06:00

Condividi sui social