Lettera aperta del rettore: | “Nessuna debolezza”

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04 Novembre 2009, 16:30

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Cari docenti, tecnici amministrativi e studenti,
stiamo superando, con fatica e rischi di ricadute, una crisi (non solo) economico-finanziaria che ha portato il mondo sull’orlo della catastrofe, aumentato fortemente la disoccupazione, di cui il precariato universitario costituisce una triste e drammatica traccia, e ridotto, talvolta, ingenerosamente e irrazionalmente le risorse finanziarie a disposizione delle Università per sostenere le spese di funzionamento ordinario, la ricerca scientifica e, soprattutto, il reclutamento dei giovani ricercatori.
Si sta scatenando una spietata concorrenza internazionale e nazionale tra le Università, manifestandosi una loro tendenziale privatizzazione in special modo nelle regioni economicamente arretrate e socialmente depresse, incapaci, quindi, di fornire risorse finanziarie ai loro atenei e povere di posti di lavoro per i laureati offerti dal processo formativo. Condizioni queste che costituiscono, spesso, criteri decisivi nella formulazione delle tante graduatorie o classifiche nelle quali alcune Università meridionali, come quella di Catania, figurano in una posizione non elevata, ma immeritata.
Il recente disegno di legge della Riforma universitaria presentato dal Ministro Gelmini e approvato dal governo spinge, inesorabilmente, in questa direzione contrassegnata dalla competizione tra più o meno bravi, rendendo ancora più difficile la vita di Università, quale la nostra che pur rivelatasi virtuosa, tanto da essere accolta dall’AQUIS, è costretta a fare salti mortali o stringere i denti per essere e dimostrarsi efficiente ed efficace.
Alle prese con questa complessa e grave problematica, non è consentita alcuna esitazione o incertezza, debolezza o indegnità da parte di chi opera nel nostro ateneo, già sottoposto a dura prova e che non merita per il compito svolto dalla stragrande maggioranza dei suoi componenti alcun discredito.
Per questi motivi ho preso l’iniziativa di ribadire con forza assieme a voi che nella nostra gloriosa Università, di antiche origini ed elevate tradizioni, devono continuare a vibrare alte, convinte e solenni la dignità, la libertà delle donne e degli uomini che vi lavorano e, in speciale e centrale modo, degli studenti che vi studiano nella speranza di crescere e formarsi sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista professionale.
Oggi più che mai bisogna convincerci che l’amore per la scienza risulta impari, incompleto e insufficiente se non si accompagna all’autovalutazione delle nostre attività didattiche e di sostegno agli studenti, di ricerca scientifica e, nel caso della medicina universitaria, assistenziali. È questa la strada che bisogna seguire per raggiungere le vette più elevate dell’etica personale e comunitaria.
Il livello culturale e lo spessore morale di una comunità si misurano dalla sua capacità di fare riflessioni rigorose, assumersi tutte le responsabilità necessarie e darsi comportamenti consequenziali, facendo appello alla sensibilità deontologica e competenza professionale dei suoi componenti e, prendendo il buon esempio, degli insegnamenti religiosi e morali della Chiesa e della vita dei tanti, credenti e non credenti, catanesi, che hanno nobilitato e continuano a rendere grandi la nostra comunità e il suo ateneo.
Cordiali saluti.
Antonino Recca, rettore dell’Università di Catania

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04 Novembre 2009, 16:30

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