L’ex assessore e la condanna | ‘Aggredibili’ case, terreni e soldi

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02 Febbraio 2019, 11:48

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PALERMO – La decisione di adottare un regime di separazione dei beni e alcuni atti notarli di donazione altro non sarebbero stati che un tentativo dell’ex assessore regionale Carmelo Incardona di “salvare” i beni in vista della condanna per danno erariale.

La sezione di appello della Corte dei Conti, presieduta da Giovanni Coppola, ribalta il giudizio di primo grado e accoglie la richiesta di revocatoria della Procura regionale guidata da Giancluca Albo. Gli atti notarili perdono l’efficacia e i beni diventano “aggredibili”.

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La vicenda è quella relativa ai cosiddetti “extrabudget” nella Formazione professionale. Si trattava delle integrazioni, ritenute illegittime, ai contributi destinati agli enti dal Piano regionale per l’offerta formativa del 2007. Incardona è stato condannato a risarcire un danno di poco inferiore agli 800 mila euro dopo che, l’anno scorso, anche la Cassazione dichiarò inammissibili i motivi di censura, suoi e di altri politici e burocratici, fra cui l’ex segretario generale Patrizia Monterosso e l’ex assessore Luigi Gentile.

Nell’estate del 2012 Incardona cambiò regime, passando dalla comunione alla separazione dei beni con la moglie, alla quale donò dei terreni e un immobile, e verso una cifra in contanti di 442 mila euro per acquistare una casa. Operazione che secondo la ricostruzione dei pm contabili, accolta dai giudici, ha peggiorato la situazione patrimoniale perché “incide in maniera significativamente negativa sulla possibilità per l’amministrazione di realizzare le proprie ingenti pretese creditorie 798 mila euro”.  Di avviso opposto erano stati i giudici di primo grado. Insomma, per la Regione si complicavano le operazione dei soldi per il danno subito. Con l’accoglimento della revocatoria, i beni di Incardona e della moglie tornano aggredibili.

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02 Febbraio 2019, 11:48

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