04 Gennaio 2021, 14:10
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PALERMO – Duecentomila euro per il disservizio e centomila euro per il danno di immagine. A tanto ammonta la cifra che l’ex pubblico ministero di Siracusa Giancarlo Longo deve risarcire.
Lo ha stabilito una sentenza della Corte dei Conti presieduta da Vincenzo Lo Presti che ha accolto la richiesta della procura regionale guidata da Gianluca Albo.
Longo, reo confesso (leggi i suoi verbali), ha patteggiato cinque anni di carcere in sede penale per avere fatto parte del cosiddetto “Sistema Siracusa” scoperto dalla Procura di Messina.
L’inchiesta aveva al centro due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che per anni hanno pilotato inchieste e fascicoli al tribunale di Siracusa per avvantaggiare loro clienti di peso.
Longo, in cambio di mazzette e regali (quantificati in centomila di cui trenta mila restituiti), mise a disposizione la sua funzione di magistrato condizionando le inchieste. (Così spiavano il pm: le foto)
I giudici contabili nella motivazioni della condanna contestano a Longo “infedeltà funzionale” e “una perdurante e organizzata strumentalizzazione della funzione giudiziaria asservita dal Longo al sodalizio criminoso”.
I suoi reati sono ritenuti “gravissimi e particolarmente infamanti, disonorevoli e ignominiosi per la reputazione del ministero della Giustizia, trattandosi di concussione, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio”.
La difesa dell’ex pm ha sostenuto che comunque Longo ha lavorato in maniera efficiente così’ come dimostrato dalla positiva valutazione ministeriale nei suoi anni di servizio. La sentenza di primo grado sarà certamente appellata.
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04 Gennaio 2021, 14:10