L’ex vice sindaco di Bianco| punta a Bruxelles |

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08 Maggio 2014, 20:00

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CATANIA. Il ritorno (in politica) di Francesco Attaguile. Primo cittadino di Catania negli anni ’80, in quella che allora era la Prima Repubblica, ma anche vice sindaco ai tempi della primissima elezione di Enzo Bianco, l’attuale presidente di Hub Sicilia-International scende in campo per la tornata continentale del 25 maggio con la lista Scelta Europea.

Avvocato, il 25 maggio “torna” in veste di candidato.

“I catanesi certamente ricordano la mia esperienza di sindaco che fu giudicata ampiamente positiva: fu una candidatura di riconciliazione tra le città e l’istituzione comunale che era in crisi da tempo. Era la seconda metà degli anni ’80. Poi, fui anche vice sindaco della prima tornata di Enzo Bianco: lo “accompagnai” ad incontrare la città. Volle lui che fossi vice-sindaco: da lì scattò la Primavera catanese”.

Oggi il quadro è sensibilmente diverso.

“Oggi c’è da riconciliarsi con l’Europa. Dobbiamo fare in modo che la nostra isola non si marginale. Il paradosso è che tutto ormai viaggia verso il sud: Cina, Sud Africa, Turchia, Brasile. Noi, invece, siamo fuori”.

Ha una ricetta?

“Bisogna attuare immediatamente alcuni progetti europei. Non alludo solo finanziariamente che, certo, è un aspetto importante per il quale io stesso mi sono battuto procurando somme importanti che non sempre sono state spese bene, ma concentrando anche sulla ‘infrastrutturazione’ materiale e immateriale”.

Facciamo degli esempi.

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“Intanto, partiamo dalla logistica, ovvero, dai trasporti: sono necessari per fare da piattaforma lungo tutto il Mediterraneo ed in questo senso basterebbe applicare quella previsione legata al corridoio Helsinki-La Valletta che abbiamo riconquistato dopo che da Napoli hanno tentato di sottrarcela con il signor Moretti che aveva dirottato la ferrovia verso Bari ed io stesso ho capeggiato la delegazione con Sicilia e Calabria per vederci restituire il maltolto. Ora bisogna, però realizzare questo corridoio ma siamo in ritardo: le ferrovie non hanno dato il via all’allargamento delle gallerie – ad esempio in Calabria – per favorire il passaggio dei container”.

E qui, m pare di capire, entra in gioco il Ponte.

“Guardi, le dico ad esempio che il ministro cinese dei Trasporti marittimi mi ha detto che così com’è la Sicilia non può attrarre in nessun modo attenzione nei rapporti commerciali con gli altri Stati. Il Ponte non serve a fare la passeggiata tra Messina e Reggio Calabria: questo mettiamocelo in testa”.

Come procede la Sua competizione elettorale?

“Vedo molta confusione e quando parliamo di Europa non possiamo fare confusione. Si vince se si conoscono i meccanismi: e questo serve anche a cambiare l’Europa. Perché questa è una Europa che non ci piace che noi vogliamo arricchire con i valori mediterranei difendendo e tutelando i nostri interessi. E attenzione: il rilancio della nostra terra serve anche a rilanciare un’Europa in declino. E vogliamo farlo senza disfattismi che conducono a voti di protesta e astensionismo che non risolvono i problemi. Io sono tornato in campo per questo motivo”.

A proposito dell’astensionismo, rischia di essere sul serio il primo partito. Cosa ne pensa?

“Penso che bisogna ristabilire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini: veniamo da un ventennio di distruzione e questo sarà un processo difficile. Servono i giovani e per questo voglio spendermi anche per trovare dei nuovi ‘talenti’”.

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08 Maggio 2014, 20:00

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