21 Ottobre 2014, 19:18
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PALERMO – Tre ore e mezza dopo l’uscita dei bambini la campana suonerà di nuovo. Come ogni pomeriggio si svolgeranno le lezioni agli immigrati. Fino alle 20, quattro aule saranno utilizzate dal personale della scuola “Federico II”, come ormai succede dal 2012. Quest’anno, però, qualcosa è cambiato all’elementare “Trinacria” che si trova nella zona residenziale della città. Tra quelle strade alberate e gli stabili compresi fra via Emilia e viale Campania, non si parla d’altro: un gruppo di mamme non è d’accordo sullo svolgimento delle lezioni serali, “ma non si tratta di razzismo – dicono -, abbiamo i nostri buoni motivi”.
A spiegare cosa c’è alla base delle preoccupazioni che in questi giorni hanno fatto finire nell’occhio del ciclone la scuola, sono proprio i genitori dei bambini, che accettano di parlare con i giornalisti ma chiedono con fermezza di rimanere anonimi. C’è chi ha solo sentito parlare di “lamentele”, ma anche chi ha ribadito con vigore il proprio “no” all’iniziativa. “Sì – siamo perfettamente a conoscenza di quello che sta succedendo – spiega una donna sulla trentina che tiene per mano i suoi due bambini – e non credo ci sia nulla di male a volere tutelare la salute dei propri figli”.
“Già – aggiunge un’altra mamma che ha appena parcheggiato l’auto – si tratta soltanto di questo. Per me qui possono anche far venire le pecore a pascolare, basta che l’edificio venga pulito da cima in fondo. Conosciamo tutti le condizioni delle scuole palermitane e l’igiene lascia spesso a desiderare. E’ inoltre normale che con l’allarme Ebola in tutto il mondo, la paura abbia avvolto tutte noi”.
Quello di cui le madri parlano davanti all’edificio scolastico viene da loro stesse definito “un pericolo concreto”. “Non si tratta di psicosi, non siamo pazze – aggiunge una donna che tiene in spalla lo zainetto del figlio e anche lei preferisce rimanere anonima -. Vogliamo soltanto che venga garantita la pulizia dei locali ogni sera, ma non abbiamo mai avuto nulla contro gli immigrati. Anch’io ho chiesto alla fiduciaria del plesso se ciò avviene con puntualità ed ho sperato di essere rassicurata, come in effetti è stato fatto. Ma non capisco i motivi di questa bufera, ogni genitore si sarebbe comportato come noi”.
Preoccupazioni che hanno provocato un passaparola senza fine, una scia di comunicazioni, sms ed email che hanno raggiunto anche il dirigente scolastico, Angela Mineo. “Ho ricevuto una mail particolarmente fastidiosa – spiega a LiveSicilia -. Una delle mamme che fa anche parte del consiglio del circolo, ha diffuso un messaggio in cui informava tutti su come vengono svolte le lezioni agli immigrati. Una comunicazione che tra l’altro la scuola aveva già fatto circolare. Nella mail veniva precisato che il bagno utilizzato dai ragazzi stranieri è quello dei docenti e che gli immigrati non entrano mai in contatto coi i bambini perché le lezioni iniziano tre ore dopo. Ho provato una sensazione indescrivibile, mi sono chiesta come sia possibile, nel 2014, leggere certe frasi. Specificare certi dettagli – continua Mineo – vuol dire infatti creare allarmismo. Gli adulti utilizzano il bagno dei docenti e non quello dei bambini a prescindere, perché gli ambienti sono più grandi. Non c’era niente da specificare anche in merito alle pulizie, perché si tratta di un altro aspetto che noi del personale scolastico riteniamo sottinteso e fondamentale da sempre, anche quando la Federico II non utilizzava le nostre aule. Aspetti che invece sono stati sottolineati da questa signora soltanto perché si tratta di immigrati”.
Angela Mineo poi resta qualche secondo in silenzio. Dice di sentirsi “mortificata” e aggiunge: “Chiunque abbia dato peso a questi pensieri è una persona poco gratificante. Certe dinamiche vanificano il lavoro faticoso di noi insegnanti volto all’integrazione, allo scambio culturale. Questa è una psicosi immotivata. Le mamme dovrebbero preoccuparsi di più dell’Ebola quando viaggiano o frequentano gli aeroporti invece di pensare che un gruppo di giovani stranieri che studia e tenta di integrarsi a Palermo è pericoloso. Questi giovani facevano prima lezione nei locali della Marconi, ma quell’edificio era ormai a rischio crollo e, per competenza territoriale, sono stati assegnati alla nostra struttura. La loro è una scuola statale, non si tratta di associazioni o enti privati. Quando due anni fa ci fu proposto di accoglierli, io pensai che ciò poteva rappresentare una risorsa culturale”. E adesso? Di fronte ad una eventuale richiesta di sospensione delle lezioni pomeridiane da parte delle mamme, il dirigente scolastico assicura una ferma opposizione. “Non accetterò alcuna petizione. Se la loro intenzione è reale, l’eventuale documento che presenteranno finirà prima sui giornali e poi alla polizia”.
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21 Ottobre 2014, 19:18