24 Ottobre 2010, 02:11
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Rudy Maira, Salvatore Cardinale e Vincenzo Lo Giudice a Caltanissetta, Michele Cimino ad Agrigento, Franco Mineo a Palermo e Riccardo Savona a Trapani. Nell’ultimo mese sono saliti a diciassette su novanta i parlamentari regionali siciliani con inchieste giudiziarie in corso o condannati in primo grado per reati amministrativi. Numeri allarmanti che riportano d’attualità la questione morale nella politica siciliana e a cui “S”, in edicola da oggi, dedica il servizio di copertina. Nell’inchiesta a firma di Riccardo Lo Verso, Miriam Di Peri e Andrea Tuttoilmondo vengono passate in rassegna le posizioni giuridiche degli onorevoli chiamati a Sala d’Ercole per rappresentare il popolo siciliano.
Ne viene fuori un quadro desolante che, nonostante sia ancora lontano dal record di inquisiti negli anni della prima repubblica (si arrivò anche a 46 deputati sott’inchiesta su 90), ripropone fortemente il tema dell’onorabilità degli onorevoli. Un tema sul quale recentemente anche il presidente della Commissione parlamentare Antimafia
Nell’Isola, dunque, la situazione è tutt’altro che lontana dal quadro nazionale. E alle ultime inchieste che hanno visto protagonisti i vari Maira, Cardinale e Lo Giudice, o Mineo e Savona, si aggiungono gli onorevoli Cristaudo e Fagone, coinvolti nell’inchiesta a carico del governatore Lombardo, Totò Cascio e Giuseppe Federico tirati in ballo in un’indagine su voto di scambio nelle elezioni regionali del 2006. Ma c’è anche chi, come Salvino Caputo, è uscito indenne da una sentenza di primo e secondo grado. Su S, in edicola da ieri, l’analisi caso per caso.
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24 Ottobre 2010, 02:11