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Libano, Meloni convoca governo e servizi segreti

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02 Ottobre 2024, 07:54

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ROMA – L’allerta è massima per la guerra in Libano. La situazione, monitorata “minuto per minuto”, peggiora di ora in ora. Ed era già “drammatica” ieri notte quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto sapere, dopo l’avvio delle incursioni israeliane in Libano, di essere “in contatto costante” con i ministri degli Esteri e della Difesa. Che riferiranno intanto davanti alle commissioni riunite e poi anche in Aula, se sarà necessario, come peraltro hanno chiesto a gran voce le opposizioni.

“Governo impegnato nella sicurezza degli italiani”

“Nell’immediato, il governo è impegnato nella messa in sicurezza dei cittadini italiani e dei militari del contingente UNIFIL”. E’ quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi dopo il vertice urgente convocato da Giorgia Meloni in seguito agli attacchi iraniani su Israele e delle incursioni israeliane in Libano. “Il tavolo di Governo – si legge ancora – è stato convocato in forma permanente per monitorare costantemente l’evolversi della situazione e adottare tempestivamente le misure necessarie”.

Vertice “urgente”

Ma serve un vertice “urgente”, a sera, dopo che l’Iran ha iniziato ad attaccare, come promesso, Israele. Con i ministri e i vertici dei servizi, che stanno setacciando gli ambienti a rischio estremismo già da settimane, per i riverberi che la crisi mediorientale potrebbe avere anche sulla sicurezza nazionale.

“Impegno per la diplomazia”

“L’Italia continuerà a impegnarsi per una soluzione diplomatica, anche in qualità di presidente di turno del G7, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, l’Italia invita il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prendere in considerazione un rafforzamento del mandato della missione Unifil al fine di assicurare la sicurezza del confine tra Israele e Libano in attuazione delle vigenti risoluzioni dell’Onu”.

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Quanti sono gli italiani in Libano

In Libano ci sono circa tremila italiani stanziali che vorrebbero rimanere almeno finché sarà possibile. E oltre un migliaio di soldati con la missione Unifil – il contingente italiano più numeroso – che al momento resta al sicuro, nei bunker. E che non dovrebbe essere spostato, almeno per ora (la decisione, in ogni caso, va presa coi partner internazionali).

I “civili” e la “sicurezza” dei militari italiani sono “la priorità”, ha detto la premier, che ha sottolineato il “ruolo cruciale” dei soldati italiani e l’importanza della missione sotto l’egida delle Nazioni Unite anche in un colloquio nel pomeriggio con il primo ministro libanese Najib Mikati.

Primi aiuti alla popolazione

Il governo ha già stanziato “primi aiuti per la popolazione civile” che va messa nelle condizioni di ritornare al più presto di tornare alle proprie case”. I contatti con i paesi dell’area si moltiplicano, compresi libanesi e israeliani, e anche le riflessioni sul ruolo della missione Unifil, come rivela Crosetto, mentre già c’è chi chiede, come alcuni esponenti leghisti, di “riportarli a casa” se venissero meno le condizioni di sicurezza. Sulla “validità” della missione, ha spiegato il ministro italiano della Difesa, è in corso “una riflessione da più di sei mesi con l’Onu”, ci sono “interlocuzioni quotidiane”.

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02 Ottobre 2024, 07:54

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