Libertà di pensiero | o anarchia del rutto?

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04 Ottobre 2010, 08:40

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(rp) Caro Davide Enia, non siamo d’accordo. La libertà non è un vincolo assoluto, ha confini situati sui confini del rispetto dell’altro. Dei credenti, in questa storia. Non posso – uso un paradosso, ovvio – ammazzare il vicino di casa e prendermela con la polizia liberticida, se mi arresta. Il pensiero, poi,  è un affare che va maneggiato con cura. Mi spiego a gesti, perchè intuisco il nesso empiricamente, ma sono sicuro che il concetto di riferimento saprai trovarlo tu. Se il proprietario della libreria avesse scritto: “No al Papa a Palermo”, oppure: “Abbasso i preti”, l’avremmo difeso su ogni trincea – pur non condividendo nessuna delle due proposizioni – avremmo protetto la sua libera manifestazione del pensiero. Ma esporre un “I love Milingo” in faccia al corteo papale è azione che ricorda di più un rutto in mezzo a una tavola imbandita, un rutto con lo scopo di scandalizzare la sensibilità degli altri. E quando uno rutta al pranzo di gala non può lamentarsi se arrivano due cortesi signori a sollevarlo per le braccia, per accompagnarlo all’uscita.  Compito dell’intellettuale sarebbe proprio distinguere il pensiero dagli eccessi gastrici. E dire che un libro è pensiero da difendere, una scritta sui muri, in condizioni normali,  è semplicemente vandalismo.

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04 Ottobre 2010, 08:40

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